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BANCATERCASIl 3 aprile c’è stato un incontro con la capogruppo Medio Credito Centrale (MCC). Successivamente, i vertici della Banca Popolare di Bari (BPB) hanno chiesto di incontrare le Organizzazioni Sindacali, incontro che si è avuto nel pomeriggio del 12 aprile, in merito alla comunicazione di sciopero previsto per il prossimo lunedì 17 aprile.

Entrambi gli incontri sono stati deludenti. Le 5 ore d’incontro con i vertici della Banca Popolare di Bari si sono però rivelate insoddisfacenti. La proposta aziendale è stata giudicata del tutto insufficiente, dilatoria e priva di contenuti. Lo sciopero dei 2180 dipendenti, nelle 3 Direzioni Generali e nelle 217 filiali, rimane confermato.

La FISAC e le altre Organizzazioni Sindacali vogliono discutere di varie tematiche che non si traducono in un mero recupero salariale ma chiedono di discutere dell’organizzazione del Lavoro, delle problematiche aziendali in genere ma, soprattutto, capire realmente dove «vuole andare» la Banca e «quale strada vuole percorrere» per raggiungere le mete che si prefigge: in sintesi capire quale sarà il futuro dell’Istituto bancario e dei suoi dipendenti. Ed è per questo che gli incontri rimangono insoddisfacenti: fino a che MCC non darà pieno mandato ai suoi vertici in Banca Popolare di Bari, un sereno e proficuo confronto su tutte le tematiche aperte sarà difficile se i vertici aziendali continueranno a latitare sulle risposte. Checché scrivano sui loro comunicati stampa.

Con la giornata di mobilitazione si intende lanciare all’Azienda un segnale forte e concreto e si auspica si possa aprire un tavolo di confronto e di negoziazione ma, ora, a partire da martedì, dopo la giornata di mobilitazione.

In ogni caso si attende una risposta da parte aziendale, sui diversi argomenti da mettere sul tavolo, sulle modalità di negoziazione e sulle prospettive future ovviamente se è vero quanto dichiarato dai vertici, ovvero che non chiuderà il dialogo dopo una giornata di sciopero evidenziano in una nota Gaetano De Lauretis segretario Fisac Cgil Teramo, Emanuela Ippoliti  Barbara Di Paolantonio e Massimiliano Di Carlo RSA e Coordinamento Aziendale della Banca Popolare di Bari.

DAL 2020 i dipendenti hanno avuto una riduzione sugli stipendi pari al 7%, l'azienda ha chiesto ritmi di lavoro insostenibili, ed hanno richiesto risultati nel pieno della mancanza di organizzazione, hanno evidenziato i sindacati.

600 dipendenti nel frattempo sono andati via. In Provincia di Teramo sono 250 i dipendenti della Popolare di Bari ancora a lavoro su 702 complessivi che prestano l'opera in altre banche, la provincia di Teramo, ovviamente è stata quella che ha perso di più.