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pensionisoldiL’Abruzzo si trova nel pieno di una transizione demografica profonda e preoccupante. I dati Istat, raccolti dalla piattaforma Noi Italia, mostrano un calo significativo della popolazione giovanile, con gravi ripercussioni su scuola, lavoro e servizi.

Tra il 2018 e il 2024 le scuole statali abruzzesi hanno perso oltre 11.300 studenti, con una diminuzione del 7,8%. Le scuole primarie segnano un -6,9%, mentre la secondaria di primo grado tocca l’8,4% in meno. Le previsioni sono ancora più gravi: entro il 2040 il numero degli alunni potrebbe ridursi di oltre il 22%, mettendo a rischio plessi scolastici, organici e offerta formativa.

A peggiorare il quadro c’è l’abbandono scolastico, che nel 2024 ha riguardato il 9,1% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, spesso attratti da lavori precari e poco qualificati.

Sul fronte occupazionale, l’Istat prevede una perdita potenziale di 100.000 lavoratori entro il 2040. Il numero di pensionati cresce, mentre la forza lavoro si assottiglia, creando un forte squilibrio tra domanda e offerta soprattutto nei settori strategici come sanità, edilizia, energia e agricoltura.

Nel frattempo, la composizione delle famiglie cambia: aumentano quelle composte da una sola persona, spesso anziana, mentre l’età media della popolazione sale a 47,6 anni, con punte preoccupanti nelle aree interne.

Anche i numeri della popolazione generale confermano il declino: al 1° gennaio 2025 l’Abruzzo conta 1.263.842 residenti, con un calo di oltre 5.700 persone in un solo anno. Il saldo naturale è fortemente negativo, con 7.412 nascite contro 14.231 decessi.

Il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati si avvicina rapidamente all’equilibrio, minacciando la sostenibilità del sistema previdenziale e la capacità di garantire servizi essenziali.

Nonostante l’apporto dell’immigrazione, che ha in parte limitato il calo demografico, l’Abruzzo fatica ad attrarre giovani e lavoratori qualificati. Senza interventi mirati su natalità, istruzione, occupazione e welfare, la regione rischia uno spopolamento progressivo e un indebolimento strutturale del proprio tessuto sociale ed economico.