Il caffè rischia di diventare un piccolo lusso quotidiano anche in Abruzzo. La prospettiva che la classica tazzina al bar possa presto sfiorare i 2 euro comincia a circolare tra esercenti e associazioni di categoria, suscitando la preoccupazione dei consumatori. Al momento si tratta solo di un’ipotesi, ma i segnali non sono incoraggianti. I rincari delle materie prime, i costi dell’energia e quelli legati alla filiera – dalla torrefazione fino alla distribuzione – hanno già spinto in alto i prezzi negli ultimi mesi. In molte città italiane la media si aggira ormai intorno a 1,30-1,50 euro, con punte più alte nei centri storici e nelle località turistiche. Le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme: un eventuale balzo verso i 2 euro potrebbe incidere sensibilmente sulla spesa delle famiglie, trasformando un rito irrinunciabile in un’abitudine più costosa. “Il caffè al bar è un simbolo della socialità italiana – osservano – ma il rischio è che diventi un bene meno accessibile, soprattutto per chi lo consuma più volte al giorno”. Dal canto loro, i gestori sottolineano di trovarsi stretti tra costi crescenti e margini ridotti. In molti, per ora, scelgono di contenere i rincari per non scoraggiare la clientela, ma la tendenza al rialzo sembra difficile da invertire. Se l’aumento fino a 2 euro dovesse concretizzarsi, cambierebbe la percezione stessa della tazzina di caffè, non più semplice “pausa veloce”, ma un piccolo lusso quotidiano da mettere in conto.