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SOCIALISTI_PER_IL_LAVORO.jpgNINO_PACE.jpgCare Compagne, cari Compagni, persone di area progressista,
noi ex ragazzi di mezzo secolo fa, allora pensavamo di cambiare il mondo e invece il mondo ha cambiato noi.
Viviamo in un momento di paleoliberismo feroce dove si accentuano le disuguaglianze sociali.
La nostra Italia fino al 1992 con con i Partiti rappresentativi dei cittadini era la 5° potenza industrializzata al mondo e la 2° in Europa, dopo la Germania, ma davanti a Francia e Inghilterra (nel 2030 saremo all’11° posto: fonte USDA).
Oggi, dopo 31 anni di rivoluzione mediatica, di Partiti personali o personalizzati su un leader (alternatisi al governo), senza progetti politici di ampio respiro, con alleanze strumentali, con pulsioni populistiche, pratiche trasformistiche che hanno corroso e degradato le Istituzioni; sono cresciute le lobby, i poteri finanziari, bancari ed editoriali, espropriando i cittadini del diritto di scegliersi i propri rappresentanti e così “elevandoli” al ruolo di “sudditi”.
Il sistema bipolare, i premi di maggioranza, i listini, le liste bloccate, le soglie di sbarramento sono le certificazioni di quanto sopra enunciato. Oggi siamo costretti a subire economicamente manovre e Leggi dai tratti fortemente recessivi e fonti di stagnazione economica di lunghissimo periodo con idee dominanti dove è più giusto far fallire uno Stato che far fallire una Banca.
Tutti i governanti che si sono alternati al potere (tutti con i vari sodali) sono responsabili di tali sfaceli, si sono impadroniti delle Legislature, senza pagare pegno per ciò che avrebbero causato, nascondendosi a volte dietro il Governo delle riforme Istituzionali, mortificando un settore così delicato e di primaria importanza, quale è la scuola pubblica, creando le sfide interne ai loro stessi partiti che altro non sono che costruzioni mediatiche da offrire in pasto ai propri elettori.
Così la pretesa di guidare un nuovo percorso rimane senza una bussola di orientamento riformatrice vera della Società; così si sono partoriti vecchi e nuovi gruppi di potere che si sono rifatti il look di una improbabile verginità, con nuove sigle, movimenti senza storia e senza cultura; localisti, territorialisti, personalisti, ben nascosti nelle pieghe del potere ed encomiabili nel seguire il vento che cambia, pronti a conseguire nuovi profitti, nuove carriere e nuove benemerenze in una politica sempre più debole, sempre più screditata, sempre più genuflessa.

SE RIUSCIREMO A COMPORRE LA NOSTRA DIASPORA, LE NOSTRE CAPACITA’ PROGETTUALI TORNERANNO AD ESSERE VINCENTI IN UNA SOCIETA’ CHE HA BISOGNO, ORA PIU’ CHE MAI , DI GUARDARE IL PROSSIMO !