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Ospitiamo con piacere la lettera aperta di Fausta Di Berardo, candidata al Comune nella lista di Futuro In

Ogni campagna elettorale è un’occasione ghiotta per la politica al fine di strumentalizzare la diversa abilità. Per parlare di ciò che si farà, e non per fare ammenda per ciò che non si è fatto. L’Italia è così… 
D’altronde, dopo la votazione, i riflettori si spengono per cinque anni e chi vive la disabilità, suo malgrado, dopo l’ennesima delusione, deve fronteggiare ostacoli innumerevoli per sopravvivere, per fruire di ogni pur minima libertà civica. 
Per accedere ad un locale pubblico, per percorrere le vie cittadine, per accedere agli uffici pubblici, per esercitare, insomma, il diritto di cittadinanza.  
Teramo non è una città a dimensione di persona disabile. Le barriere architettoniche sono ampie e diffuse. Dalla notte dei tempi, dal culto di Sparta, dalla scarsa sensibilità dei probi, di coloro che si impossessano di primati ideologici, senza poi muovere un filo di paglia.  
E’ la teoria dei massimi sistemi: grandi proclami, grandi ambizioni, senza mai arrivare ad una declinazione globale, funzionale ed umana delle idee.  
Ecco, quindi, che io – osteointegrata con la carrozzina – ogni volta che devo fare, muovermi, vivere ho bisogno che qualcuno mi assista. Anche semplicemente per entrare negli uffici comunali. 
Il PEBA è uno strumento serio. Dietro di esso, vi è la vita di persone come me.  
Ma non è solo una questione di barriere architettoniche. Quella è la lettera A dell’alfabeto inclusivo.  
Vi sarebbe, poi, tra parentesi, il sistema locale di welfare. 
I servizi socio-assistenziali, i livelli essenziali di assistenza sociale.  
Eccone uno: il centro diurno per disabili. Teramo, marca di confine del Regno borbonico, resiste ancora a quel 17 marzo 1861. Qualche domanda per un amico.  
Teramo, capoluogo di provincia che si fregia di tale rango:  
 
 ha un centro diurno per disabili attivato dall’Amministrazione comunale ai sensi della Legge 328/2000? 
 
Il centro diurno per disabili è un livello essenziale di assistenza sociale, da garantirsi obbligatoriamente? 
 
Il “Dopo di noi”? 
Quel fenomenale progetto denominato “Teramo, città…in…super…abile” è morto? 
 
Al taxi sociale ci avete mai pensato? 
 
Campagna elettorale, sì. Ma nessuno tocchi la diversa abilità con tale disinvoltura ed approssimazione."