“Per un coppino di Virtù negato, si sono rotte amicizie antiche… si sono guastate parentele e create vere e proprie faide”.Fernando Aurini, che di teramanità se ne intendeva e di cucina anche di più, amava raccontare questa massima, a mo’ di monito, ogni volta che si avvicinava il Primo Maggio. Sulle Virtù, Fernando, che pure era uomo dalla raffinatissima ironia, non scherzava mai, specie se c’era da discutere del tortellino sì o del tortellino no: “Senti parlare bolognese qui intorno?” Chiedeva, e la risposta era una sentenza per il malcapitato tortellino e per i suoi compari ripieni. Non aveva dubbi, Fernando, l’ingrediente segreto delle Virtù, quello che mai si sarebbe potuto trovare altrove, quello che mai nessuno avrebbe potuto imitare o replicare, era proprio Teramo. Questa nostra bislacca città, che solo noi sappiamo amare parlandone male (siamo gente strana, si sa) è il valore aggiunto, è il sapore portante, è l’anima delle Virtù. Ci pensavo oggi, estasiandomi del piacere anticipato delle Virtù preparate da Ebrius, perché se è vero che Teramo è l’ingrediente segreto, cucinarle fronte Duomo significa arricchirle di una magia unica. E infatti, le Virtù di Ebrius sono buonissime, come buonissimo è il distillato di teramanità che il menù pensato proprio per questi giorni, offre quale antipasto: fave guanciale e pecorino, ventricina, mazzarella (superba), torta salata e una commovente oliva teramana ripiena d’agnello. Ma le protagoniste sono loro, le Virtù, opera mastra di una giovane e talentuosissima chef, Eugenia Di Giammartino, che ha saputo elevare la tradizione a livello gourmet, ma senza snaturarla nei sapori e senza, soprattutto, mortificarla nelle porzioni. Ma sto divagando, torno alle Virtù: dense (il cucchiaio si deve reggere dritto, diceva Aurini), saporite, artigianali e artistiche allo stesso tempo, un riuscito amalgama di sapori nostri e di ingredienti nostrani, dalle farine della pasta fatta in casa ad ogni singolo elemento di quest’opera monumentale. Io lo so che, a quest’ora, avrete già prenotato le vostre Virtù oppure siete pronti all’assemblaggio definitivo domattina, ma non privatevi del piacere di provare le Virtù di Ebrius, non negatevi l’emozione di assaggiare questo concerto di piaceri nato all’ombra del Duomo.
IL RECENSORE