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PREMIAZIONEBORSELo Stato oggi è a Pescara per la cerimonia di consegna del 24° Premio Paolo Borsellino. E per ricordare e onorare Falcone, Borsellino, Francesca Morvillo, gli uomini delle scorte, i poliziotti uccisi a Triste, tutte le vittime della criminalità organizzata. Il Prefetto Franco Gabrielli Capo della polizia prefetto; il vice Ministro dell’Interno Vito Crimi; il Presidente della Commissione bicamerale antimafia Nicola Morra; il Prefetto Luigi Savina Presidente del 24 Premio Borsellino Pasquale Angelosanto generale dell’arma comandante  dei ROS; Leonardo Guarnotta già membro del pool antimafia con Falcone e Borsellino; Giovanna Boda dirigente del Miur;  Giovanni Bombardieri Procuratore di Reggio Calabria; Michele Prestipino Procuratore di Roma;, i sostituti Procuratori Roberto Sparagna di Torino e Alessandra Cerreti di Milano;, i  Questori Alessandro Giuliano di Napoli e Renato Cortese di Palermo; Fabrizia Francabandera Presidente della Corte di appello de l’Aquila, e tutte le Autorità regionali saranno al Teatro Massimo in quello che è oramai un forum nazionale dell’Antimafia, a conclusione di una rassegna  storica – con il suoi 27 anni di storia luminosa -  considerata la più qualificata, seguita, coerente e credibile manifestazione  che si svolge oggi contro le mafie.  

Tutto lo Stato è a Pescara  oggi  perché il 23 maggio e il 19 luglio sono date incancellabili per gli italiani. La memoria delle due stragi in una rapida quanto disumana sequela criminale è iscritta con tratti forti nella storia della Repubblica e fa parte del nostro stesso senso civico. Stragi che, a un tempo, hanno segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, ma anche l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e

Tutto lo Stato è a Pescara  oggi  perché  se oggi il paese è più forte e più libero lo deve a persone come Falcone e Borsellino. Perché ricordare le figure di questi servitori dello Stato, il loro impegno, è fondamentale  in una guerra che ancora non è vinta. In uno scontro che non consente mediazioni e che si combatte su più fronti. Su quello della prevenzione e della repressione ma anche su quello culturale. Alle parole appassionate di Gesualdo Bufalino facevano eco gli appelli del giudice Falcone: prima di tutto serve un esercito di maestri per combattere la mafia. È una battaglia che lo Stato italiano porta avanti con decisione ma che non può essere vinta se non si istilla nelle persone il senso profondo della giustizia e della legalità. Per questo è fondamentale perpetuare il ricordo di chi ha perso la vita per difendere i valori più importanti della nostra comunità.

Leo Nodari