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Viviamo in Italia, un paese privo di materie prime ma dalla storia unica al mondo e con la più alta concentrazione di opere d’arte e bellezze naturali che ci sia nel globo terraqueo. Se poi in Abruzzo aggiungiamo l’ospitalità e il buon cibo, abbiamo un potenziale di attrazione dei turisti unico al mondo. Questo, purtroppo, non sempre accade e paesi come la Spagna riescono ad intercettare meglio la domanda e a promuoversi meglio. Abbiamo un paese in cui ogni ufficio di promozione del territorio fa tutto da solo, e non esiste una strategia sinergica di promozione, come accade in altri paesi. Nel digitale la situazione e quasi disastrosa. Ma il turismo è uno di quei rari settori dell’economia in grado di assicurare un buon tasso di crescita, e la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. Il turismo è cambiato così come anche la figura del turista: ora vuole vivere le emozioni del viaggio per poi condividerle magari sui social network. Vuole sapere prima cosa troverà. L’esperienza che potrà vivere. Le emozioni che quel luogo potrà regalargli. Oggigiorno i turisti sono sempre più motivati dalle esperienze da vivere, dal concetto di living culture, dal desiderio di vivere  nell’humus culturale del luogo. Insomma vogliono un prodotto innovativo e complesso, che solo il territorio e le sue realtà più autentiche possono offrire. E in questo poche location possono dare di più del Gran Sasso. Spesso l’esperienza che tanto fa versare inchiostro sui media specializzati altro non è che un servizio in più, piatto e freddo, che ci viene proposto insieme alla destinazione. Per fare sì che quel luogo diventi motivazione di scelta, di destinazione, da parte del turista, ci vuole di più. Sempre tenendo ben presente che se c’è un tipo di competitività che la concorrenza non può rubare è il territorio. Sono le ricchezze del territorio con le loro peculiarità a dare maggior valore alla proposta turistica, a renderla diversa e più competitiva. Ecco allora che nel caso della montagna teramana e del Gran Sasso, in attesa che si mobilitino le istituzioni, il territorio si ingegna e si rimbocca le maniche, promuovendo a proprie spese quelle esperienze vere, da vivere, che tanto rappresentano nella motivazione di scelta di una destinazione. Nasce così il nuovo calendario del Gran Sasso. E nasce con il ben noto stile vincente, utilizzando le immagini che oramai in qualsiasi progetto sono sempre più importanti. Poche parole: non servono. Un calendario tutta sostanza per una location che non deve promettere niente, perché è tutta sostanza. Se è vero che niente “parla” di noi, di un prodotto, di un servizio o di un territorio, in maniera veloce e incisiva come riescono a fare le immagini le foto devono a trasmettere le peculiarità degli ambienti che vogliamo far conoscere a tutti. Servirebbero, centinaia e centinaia di parole per descrivere con la stessa accuratezza quello che possono fare le foto in pochi istanti. Quando si tratta di progetti di promozione e valorizzazione turistica di un territorio questo aspetto diventa ancora più preponderante. E così, dopo il calo dello scorso anno quando furono utilizzate foto smielate e romantiche che attizzavano poco, quest’anno i produttori hanno utilizzato un fotografo che ritengo tra i più bravi, se non il più bravo, tra gli appassionati della nostra montagna. Un fotografo che ha proprio nella potenza delle sue immagini l’arma vincente. Un fotografo in grado di attrarre, bloccare, a volte inchiodare lo spettatore. E quindi parliamo di un successo annunciato. Del resto basta guardarsi attorno un minuto per capire subito quanto si è circondati da fotografie. E che, quindi, una foto non vale l’altra se si vuole bucare il muro di distacco di ogni spettatore. Chiaramente, proprio perché il mezzo è potente, dobbiamo essere sempre molto attenti ai contenuti che utilizziamo. Dobbiamo creare solo contenuti di qualità, coerenti e non ingannevoli (dovrebbe essere scontato). Sarà per questo che Ricerche&Redazioni – numberone della editoria abruzzese - per il suo calendario “Siget” quest’anno si è affidata ad un numberone del settore, il fotografo Francesco Lorusso
Dunque Martedì' 12 novembre, alle ore 19, è doveroso essere a Teramo, nell’ Auditorium di Santa Maria a Bitetto per l’ennesimo successo annunciato della coppia Giacinto Damiani & Erminio Di Lodovico, la presentazione del Calendario "Prati di Tivo 2020”, un calendario d’arte, il quinto della serie progettata e realizzata dalla SIGET srl in collaborazione con la casa editrice teramana Ricerche&Redazioni. Sarà, ancora una volta, un'occasione per dimostrare l'amore e l'attaccamento che lega tanti appassionati alla montagna teramana per eccellenza.
Gli scatti sapienti di Francesco Lorusso, nei quali i paesaggi mozzafiato del Gran Sasso d’Italia sono sempre animati dalla presenza discreta e a volte impercettibile di chi la frequenta, sportivi o semplici appassionati. Ed è proprio a tutti gli sportivi e appassionati che in ogni stagione dell’anno percorrono le meravigliose vie del Gran Sasso d’Italia che il Calendario 2020 è dedicato. 
Gran finale alla Antonio Riccioni con aperitivo e musica. Che se non c’è Antonio, e certamente Mauro, non è "Prati di Tivo”.
Leo Nodari

leonodari