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GIORGIONASELLIIn nome di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, il Procuratore Gratteri questa volta gli ha rotto il culo a questi delinquenti, spacciatori di morte, seminatori di odio. Ma, anche se è difficile, anche quando è difficile, va salvaguardata la presunzione d'innocenza, principio giuridico previsto dall’art 27 della Costituzione italiana e garanzia fondamentale del giusto processo. E tanto potrebbe bastarmi per dire che il tenente colonnello Giorgio Naselli è innocente. Putroppo sappiamo che  alcuni articoli della costituzione vengono oramai giornalmente violati. Come l’articolo 21 (libertà di pensiero) violato ad opera delle incessanti iniziative del “pensiero unico”, c ’è un altro articolo della stessa Costituzione, che, viene oramai pacificamente violato, senza che nessuno, protesti o, quantomeno, cerchi di frenare l’attuale andazzo. Si tratta dell’articolo 27, il quale, dichiara, in modo inequivocabile, che “l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. E’ sotto gli occhi di tutti come questo articolo venga sistematicamente violato, grazie anche al malefico rapporto costituitosi tra certe Procure e la maggior parte della stampa. La legge penale, proprio per garantire la possibilità di difesa dell’imputato, ha previsto l’istituto della “informazione di garanzia”, detto volgarmente “avviso di garanzia”: esso, paradossalmente, era stato concepito come un “diritto” dell’imputato, il quale, dopo avere ricevuto l’informazione, ha il diritto di nominare un difensore che possa assisterlo nei passaggi principali della procedura in atto. Invece, sta divenendo, oramai, una sorta di condanna anticipata, che viene brandita, molto spesso, per distruggere un avversario. Ma sarebbe davvero poco, per me, dire che il tenente colonnello Naselli è innocente  solo perché ogni imputato è da considerarsi non colpevole sino a che non sia provato il contrario. Anche perché per me non è così. Secondo me il colonnello Naselli è innocente soprattutto perché io non credo alle accuse che gli sono rivolte, perché ho avuto modo di conoscerlo e non ci credo, perché sabato scorso, alle 12, ho preso il caffè con lui (e tre carabinieri) presso il caffè Saten di Teramo ed ho sentito con quanta passione lui ancora ricordasse il passato, ho avvertito con quanto dolore lui subisse la condizione attuale, e, per le cose che diceva, ho la certezza assoluta che lui non si aspettasse minimamente il provvedimento da cui è stato colpito. Invece chi compie del male sa , immagina, che prima o poi l’ascia possa piombargli sulla testa. Certamente dopo la forzata rimozione del giugno scorso lui  deve aver sospettato qualcosa, deve aver capito di aver toppato in qualcosa, ma non si aspettava minimamente l’arresto. Come non se lo aspetta nessuna persona innocente. E mai come in questa occasione, sono felice di essere una persona libera. Proprio perché più di ogni altro ho invitato Gratteri in Abruzzo, e altri come lui; proprio perché quando bisognava criticare le mistificazioni dell’Arma io l’ho fatto, oggi sono libero e sono credibile se dico che io a queste accuse di aver favorito le cosche di ndrangheta non ci credo. E dico di più, queste accuse non rispecchiano la verità e verranno riviste.  Certamente avrà avuto dei colloqui (ci sono le intercettazioni) con un parlamentare che - sapevatelo voi che chiacchierate per aprire bocca e fino a ieri gli leccavate il culo - era considerato in Calabria un paladino dell’antimafia. Il migliore avvocato di Catanzaro. Senatore servo del popolo. Super votato dal popolo. Certamente avrà sbagliato interessandosi ad un appalto per la gestione dei rifiuti. Ma da qui all’aver favorito le cosche di ndrangheta ce ne passa un bel pò. Secondo me l'ex comandante provinciale dei carabinieri di Teramo, già comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, nel maxi blitz contro la ’ndrangheta che ha disarticolato le organizzazioni operanti nel Vibonese e facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi, non c’entra niente. Certo, fa rumore. Certo, fa  vedere che vengono colpite  tutte le collusioni tra potere e mafie. Ma con gli indagati responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura, nel nome di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, non c’entra niente.  Conosceva ? Certo. Era andato a cena, e scherzava con  un senatore  ? Certo. Era amico dell’avvocato Giancarlo Pittelli, accusato di associazione mafiosa ? Certo. Come tutta Catanzaro. Dopo 11 anni nella stessa città trovate strano che un capo dei carabinieri parli, scherzi, frequenti un politico della stessa città ? E dove vivete. Volete l’elenco dei magistrati, di dove vanno a cena e con chi e quando ? In una citta come Teramo (e Catanzaro ha 80mila abitanti) poliziotti, giudici, autorità in genere, dovrebbero vivere blindati (come fa Gratteri) per non incontrare, conoscere e diventare amici con gli stessi che frequentano.  Ma da qui all’aver favorito le cosche di ndrangheta ce ne passa un bel pò. Credo che, un colonnello cazzuto, che ha lavorato nei nuclei operativi di Bari, Manfredonia e Bagheria, nel Palermitano, dove c’è da cacarsi addosso. Un cosiddetto "uomo del fronte", abituato a gestire situazioni delicate e complesse indagini contro 'Ndrangheta e cosche mafiose siciliane, non si mischia con quelle canaglie. Almeno questo credo e questo spero. Ha sbagliato ? Forse. Ma da qui a dire che ha “collaborato” ce ne passa. E ce ne passa parecchio. Almeno lo spero.

Leo Nodari

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