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A vederle oggi non lo direste mai, affollate come sono di bardotti, muli, somari e tutt’al più qualche spelacchiato ronzinante di complemento (convinto in cuor proprio d’essere Ribotle sale del Consiglio regionale d’Abruzzo si avviano ad un triste destino. Come “Il Ruggito” aveva scritto la Lega abruzzese ha avuto la necessità di far vedere che ce l’ha duro, che è l’azionista di maggioranza del Governo Marsilio. Anche a costo di mandare via il Top Playeril cavallo di razza , il punto di riferimento di tutta la scalcinata maggioranza Marsilio. L’unico che ha una sua radice nel territorio dove vive, talmente profonda da riuscire a far vincere il centro sinistra a Chieti, dove non aveva mai vinto. Attenzione signori, ora si balla, inizianole turbolenze interne della maggioranza (dovuteanche alla frammentazione della non più monolitica Lega)La resa dei conti nel centrodestra è arrivata: Febbo non è più assessore regionaleÈ il punto d'arrivo di mesi a dir poco vivaci, tra annunci eclatanti, veleni interni ed esternati, colpi di scena e la Lega che non ha mai smesso di chiedere la testa di Febbo. Quest'ultimo, nella campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Chieti, ha optato per il divorzio dalla coalizione di centrodestra, che pure ha sempre cercato di farlo tornare sui suoi passi, appoggiando il candidato civico - ma non troppo - Bruno Di Iorio, stringendo un'alleanza inedita con Italia Viva. E non ha lesinato attacchi caustici all'ex alleato Di Stefano, dando spesso il la a botta e risposta feroci.

Qualcuno  che – povero a lui – non segue “il Ruggito” si sarà meravigliato della decisione di Mauro Febbo di fare una lista civica nella sua città . Ma lo aveva annunciato a novembre 2019. A lui è stata attribuita la colpa della clamorosa sconfitta. Ma non è così . E dentro il consiglio regionale il sangue di chi ha coscienza politica e civile ribolle. Non saranno tanti ad avere coscienza. Ma bastano pochi consiglieri per mettere in difficoltà una maggioranza in cui c’è odio, rancore e malumore. Secondo, tutti sanno che la scelta di Fabrizio Di Stefano è stata un errori di valutazione cui ne sono seguiti altri,  molteplici e di tanti. Basta guardare ai risultati del primo turno o alla contrarietà agli apparentamenti al ballottaggio. Il fatto che non possa farlo ora la Lega abruzzese non significa che dentro il consiglio delle persone dal pensiero libero ci siano, e queste sanno bene che analizzando gli errori fatti emerge una unica e sola verità: Febbo aveva ragione, il candidato era sbagliato. Anche un asino zoppo avrebbe vinto quel gran prix, tutti ma non un arrogante e presuntuoso, imposto dalla segreteria della Lega.  

Poi  da dire un’altra cosa importante.: i cavalli di razza, si sa, non riescono a stare a lungo nel tondino e l’occasione per poter tornare a correre a briglia sciolta sarà per Febbo l’occasione per tornare a fare politica ed a parlare in libertà. E già ieri ha mandato il suo messaggio: #Marsiliostaisereno

Febbo è una bestia politica. Conosce il territorio. Ha una rete di Sindaci e amministratori che seguono lui non Forza Italia. Una rete trasversale di fedelissimi che vedono in lui una persona seria. Di polso. Ha amici ovunque. Lavora mente fa colazione al gran caffè Vittoria . Incontra la gente durante il pranzo al selservice “Paglia” a Chieti scalo. Si alza presto e va a dormire tardi. Quando si  siede ad un tavolo porta delle idee, giuste o sbagliate, ma ha delle idee. Sa di cosa parla. E  chi è abituato ad avere a che fare con i politici resta stupito. Solo Sospiri a Pescara ha una rete simile. Umberto D’Annuntiis avrebbe voluto, aveva iniziato, ma ha troppi avversari per riuscirci e il carattere spigoloso – che a me piace – non lo aiuta. 

Febbo - detto Toro seduto - inoltre ha un grande vantaggio, è indomabile, va avanti per strategie – giuste o sbagliate – non si alza la mattina per parlare a capocchia come la stragrande maggioranza dei consiglieri regionali, ha una mentalità da capo banda, da capo sioux , da andreottiano doc, e ha già fatto sua la frase “dagli amici mi guardi iddio che dai nemici mi guardo io”. Non importa in quale ruolo quando si mette in moto è una macchina da lavoro capace di sfiancare chiunque.  Suscitando comprensibili gelosie. 

Sa già da tempo che non potrà contare sul vero appoggio di Forza Italia, e che Nazario Pagano non ha il carattere per forzare la mano di Marsilio. E che, anzi, in fin dei conti non è neppure così dispiaciuto. E si dice sereno ma aggiunge …” in Regione abbiamo bisogno di dare una sterzata, una svolta, ad una gestione politica ed amministrativa finora insoddisfacente, complice una classe dirigente complessivamente non all’altezza e non entrata ancora in assetto…. quello che mi rammarica è che di fronte a le conseguenze di una pandemia che sta colpendo il sistema sanitario nazionale ed economico ci si concentrasse su queste problematiche e su come intervenire”, chiosa Pagano. Che dire. E’ tutto a posto. Amicizia fatta. #MARSILIOSTAISERENO.

Leo Nodari