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Ogyu18 maggio 2025, una dara che è già storiaPapa Leone XIV presiederà la messa di inizio del suo pontificato in Piazza San Pietro, un evento atteso dai fedeli in tutto il mondo.Sarà l’occasione per pregare per la pace tra i popoli, una pace giusta che ponga fine all'orrore di tante guerre e alla perdita di tante vite. Sarà l’occasione  per pregare per la pace di Cristo, che è riconciliazione, perdono, coraggio di voltare pagina e ricominciare.Il rito, noto anche come la "Messa d'intronizzazione", è uno dei momenti più significativi e solenni dell'elezione papale. Dopo aver ricevuto il “suo” Pallio Petrino, l'anello del Pescatore, nella cerimonia, verranno eseguiti numerosi rituali simbolici che rappresentano l'assunzione delle responsabilità e il compito spirituale che il nuovo Papa è chiamato a svolgere per la Chiesa universale come “costruttore di pace”.Tutto il mondo è in attesa di quello che dirà il nuovo Santo Padre, icriteri con cui leggere la realtà, decidere, prendere posizione. A livello personale, ma anche sociale, economico e politico.Soprattutto di quello che dirà sulla pace che “si costruisce accantonando le rivendicazioni e non è una tregua tra una contesa e l’altra” ribadendo le parole-testamento di Francesco: Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo” dopo aver offerto il Vaticano come luogo per gli incontri di pace tra Kiev e MoscaNon sono solo parole, non possono esserlo: la Santa Sede mette a disposizione la sua diplomazia perché i nemici di incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza. Leone XIV presenterà ai fedeli le linee della politica estera sviluppato attorno a tre parole – pace, giustizia sociale, verità – che costituiscono i pilastri dell’azione missionaria della ChiesaLa pace, per Leone XIV, è dono di Cristo, ma è anche responsabilità personale e collettiva. Un richiamo esplicito è andato alla necessità di rafforzare il multilateralismo e smorzare la corsa al riarmo. Proporrà la pace disarmata. Una direzione da scegliere. Non un’utopia, ma una profezia adulta, in attesa di essere praticata.Certamente  tornerà ad invitare a “sradicare le premesse di ogni conflitto e di ogni distruttiva volontà di conquista”. Certamente il nuovo pontefice parlerà del conflitto in terra santa, di disarmo, di giustizia sociale perché “perseguire la pace esige di praticare la giustizia”. Il Papa della nuova Rerum NovarumIl Papa tornerà a legare il tema della giustizia sociale a quello della famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, definita con le parole di Leone XIII, società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società, che va difesa per costruire convivenze armoniche e pacificate.Certamente tornerà nuovamente su un tema a lui molto carociascuno di noi nel corso della vita, si può ritrovare sano o malato, occupato o disoccupato, in patria o in terra straniera: la sua dignità però rimane sempre la stessa, quella di creatura voluta e amata da Dio”. Nel solco del magistero sociale della Chiesa, Leone XIV ha già denunciato glisquilibri e le ingiustizie che producono condizioni indegne di lavoro e società frammentate e conflittuali ed ha già posto in primo piano l’urgenza di ridurre le disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all’interno di singole società. E si è già schieratoapertamente a favore della famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna

Poi, la verità. In un’epoca in cui le parole diventano ambigue e ambivalenti e il mondo virtuale distorce la percezione del reale, Leone XIV afferma che la Chiesa non può tacere la verità sull’uomo. Sono questi i temi che verranno trattati nel primo appuntamento istituzionale di Robert Prevostconsapevole del fatto che “la Chiesa non può mai esimersi dal dire la verità sull’uomo e sul mondo, ricorrendo quando necessario anche ad un linguaggio schietto, che può suscitare qualche iniziale incomprensione”.Sarà questa la “geopolitica spirituale” del nuovo Papa, che raccoglie il testimone del suo predecessore con rispetto e affetto e lo armonizza con la propria impronta: quella di un Pontefice agostiniano, abituato al dialogo e al confronto tra culture, capace di pensare in termini globali e profondamente radicato nella Dottrina sociale della Chiesa.E lo farà ribadendocon fermezza le parole di Francesco, ricordando che occorre la volontà di smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte. Il pontefice elencherà tra le sfide contemporanee l’uso etico dell’intelligenza artificiale e la salvaguardia della nostra amata Terra. Tornerà a citare Leone XIII e la Rerum novarumperchè nei cambiamenti epocali la Santa Sede non può esimersi dal far sentire la propria voce dinanzi ai numerosi squilibri e alle ingiustizie che conducono, tra l’altro, a condizioni indegne di lavoro e a società sempre più frammentate e conflittuali. Leone XIV richiamerà i rappresentanti delle 100 delegazioni di Stato presenti e li inviterà a porre rimedio alle disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all’interno di singole società.

Leo  Nodari