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“E’ stata presentata, durante l’ultimo Consiglio Comunale tenutosi giovedì scorso, 28 novembre 2019, una mozione volta a fermare la sperimentazione del 5g indirizzata al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio Comunale di Montorio al Vomano, su cui dovranno esprimersi tutti i consiglieri con il loro voto e, cosi come previsto dall’art. 19 del Regolamento Comunale, dovrà essere iscritta all’Ordine del Giorno della prima adunanza del Consiglio che sarà convocata”. Lo rendono pubblico, in una nota congiunta, i consiglieri di minoranza Marco Citerei e Gabriella Zuccarini di “Montorio che Vive”, Andrea Guizzetti e Paolo Sacchini di “Montorio Avanti Insieme”, e Mario Colangeli e Alessia Nori del “Gruppo Misto”.

La minoranza, dunque, chiede al Sindaco Mario Ennio Facciolini ed a tutti i consiglieri comunali di Montorio, di mettere i paletti sulla questione 5G, il nuovo standard di comunicazione mobile attualmente in fase di sperimentazione in 120 città italiane e temuto da una parte della cittadinanza per i rischi che potrebbe comportare in tema di tutela della salute e del paesaggio urbano.

“La mozione, che affronta la questione a tutto tondo, invita il Consiglio Comunale ad adottare in primis un’ordinanza contingibile e urgente per sospendere la sperimentazione del 5G sul territorio amministrato esprimendo, fino quando non sarà garantita la completa sicurezza di questa nuova tecnologia, un parere negativo riguardo l’estensione sul territorio comunale della nuova tecnologia 5G. In secondo luogo, al fine di minimizzare il rischio sanitario sui campi elettromagnetici, punta a promuovere un tavolo tecnico sanità/ambiente volto a monitorare le ripercussioni dei campi elettromagnetici su popolazione ed ecosistema, individuando membri della scienza e della medicina indipendente coinvolgendo unitamente un coordinamento locale tra le associazioni e cittadinanza attiva. Infine punta ad attivare servizi da parte degli enti competenti in materia, ASL e ARPA anche con l’ausilio del mondo accademico universitario e degli istituti di ricerca indipendenti, che promuovano un sistema di monitoraggio ambientale e sanitario in merito a possibili effetti indesiderati della tecnologia 5G sulla popolazione nelle aree individuate per l’eventuale installazione degli impianti” dichiarano i consiglieri di minoranza.

“Ricordiamo che il 5G si basa su microonde a radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette onde millimetriche, che comportano due implicazioni principali: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessita di un maggior numero di ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio. Il progetto prevede una copertura del 5G sul 98% del territorio nazionale, non solo le cosiddette “Smart City”, ma pure parchi, aree naturali, zone di campagna e piccoli centri a bassa densità abitativa, per riuscire a servire il 99% della popolazione italiana. Secondo le previsioni, e stando ad alcune dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa dai vertici delle aziende del wireless, ciò potrebbe comportare l’innalzamento dei limiti di legge per la soglia d’irradiazione elettromagnetica dagli attuali e cautelativi 6 V/m ai più elevati e rischiosi 61 V/m, a cui la popolazione potrebbe essere esposta 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, comportando l’installazione di nuova infrastruttura tecnologica di rete, ovvero mini-antenne a microonde millimetriche quantificabili persino in milioni su una ogni pochi metri sui lampioni della luce, nei tombini dei marciapiedi, in cielo coi droni e in orbita nello spazio col Wi-Fi satellitare” continuano i consiglieri Marco Citerei, Gabriella Zuccarini, Andrea Guizzetti, Paolo Sacchini, Mario Colangeli e Alessia Nori.

“In sostanza si chiede di “non attuare qualsiasi aumento del valore di attenzione e dei limiti di esposizione mantenendo gli attuali valori di esposizione alle frequenze fissati in Italia, che risultano tra i più contenuti a livello europeo. Nella situazione scientifica attuale – argomenta la mozione – è ragionevole applicare il principio di precauzione richiedendo ai ministeri competenti di non eseguire alcun innalzamento dei limiti di legge a tutela dell'interesse e della salute pubblica. Infatti le radiofrequenze utilizzate nella tecnologia 5G hanno mostrato in molti studi animali una non trascurabile tossicità legata ad effetti biologici, ed in particolare sul DNA, in grado di indurre tumori e alterazioni di diversi apparati, riproduttivo, metabolico e sistema nervoso ed è pertanto altamente auspicabile che in questo caso applicare il principio di precauzione, sulla base del quale è raccomandato condurre, prima dell’introduzione di una nuova tecnologia potenzialmente nociva, una adeguata sperimentazione da parte di una agenzia altamente competente, indipendente e senza conflitti di interesse, una ricerca sufficientemente lunga da poter evidenziare effetti di tossicità cronica utilizzando modelli e metodi diversi in grado, quindi, di evidenziare differenti effetti biologici” proseguono i consiglieri di minoranza.

“Teniamo, in ultimo, a precisare alcuni punti della questione: non siamo contro la tecnologia! Questa può essere utile anche per lo sviluppo economico del territorio, a patto però che non sia dannosa per la salute dei cittadini” concludono i consiglieri di Montorio che Vive, Montorio Avanti Insieme e del Gruppo Misto. Se gli studi scientifici sono contrastanti, e in questo caso non sono ancora completi, l'amministrazione pubblica ha il dovere di applicare il “principio di precauzione". Questo dunque il senso della mozione presentata in Consiglio Comunale del 28/11/2019: “l’Amministrazione deve essere sensibile a questa tematica e attendere che i termini siano più chiari prima di prendere decisioni, e nel frattempo, per consentire a tutti di conoscere la questione”.