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cognittiruzzoSe qualcuno vuole appagare la sua curiosità sull’equidistanza, equilibrio e imparzialità nel ruolo tecnico di gestione che la presidente Alessia Cognitti,  rinnovata dopo dimissioni lampo senza spiegazioni, ha rivendicato in questi giorni, gli basta recarsi sulla sua bacheca fb – luogo di dileggio del classico leone da tastiera quando manca il coraggio della serietà - laddove ritiene di dover impartire lezioni politiche al Pd provinciale tacciandolo di “essersi alleato con la migliore destra di sempre“, probabilmente riferendosi alle vicende dell’assemblea della Ruzzo Reti.
Non ci erano sfuggiti gli “amoreggiamenti” ilari dei giorni scorsi tra la ri-neo presidente con alcuni soggetti di nostra passata e attuale conoscenza e di cui abbiamo contezza di gesta eroiche e di coerenza inossidabile.
Ora però la discussione cambia aspetto allorché decide di tirare in ballo per intero una forza politica che della chiarezza intende fare un tratto indelebile del suo essere.
Con rispetto alla presidente diciamo che il Pd provinciale, e i Sindaci che ad esso fanno riferimento, hanno come unico alleato l’interesse dei cittadini della provincia di Teramo: difenderemo i loro interessi, come dovere di una forza politica attenta, dagli aumenti tariffari, vigileremo sulla corretta gestione dell’azienda pubblica, denunceremo pubblicamente, e non solo, ogni cosa che non dovesse collimare con l’interesse pubblico generale e non avremo occhi se non per guardare all’operato della presidente e del suo c.d.a. oggi espressione di una sola parte dell’assemblea mentre all’altra si è negato persino uno slittamento dell’o.d.g. redatto a tambur battente dopo che erano stati raggiunti, quelli si, accordi tra improbabili capi acquattati all’ombra e non nella trasparenza di normali rapporti politici.
Si è voluto strappare su un sacro principio ossia che gli enti di gestione appartengono a tutti, al di la dei loro credo, e tutti devono poter esprimere la loro fiducia nell’elezione dei vertici di governo, per libera convinzione e non per ordini impartiti da oscuri ma non tanto direttori d’orchestra. 
Si è voluto andare avanti a colpi di maggioranza anziché ragionevolezza, dopo aver orchestrato una campagna denigratoria nei confronti del Sindaco  rappresentante della massima realtà territoriale di riferimento dell’azienda acquedottistica.
Ci siamo ribellati e ci ribelleremo sempre a questi metodi e chi vorrà stare da questa parte di principi, non potrà che vederci attenti e rispettosi.
 
Pietro Di Stefano – Commissario provinciale Pd