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CONSIGLIOTEAMLa Teramo Ambiente sta alla frutta, non ha soldi per pagare gli stipendi, per mettere il gasolio ai mezzi e se continua così la sua fine è già chiara a tutti. Lo dice il consigliere comunale Giovanni Luzii che sull'argomento interroga il sindaco in consiglio comunale riunito oggi al Parco della Scienza.

L'interrogazione:

AL SINDACO DI TERAMO E AGLI ASSESSORI COMPETENTI PER MATERIA

PREMESSO:

– che, come tutti ricordano, nel 2021 la società Teramo Ambiente S.p.A., oggi di proprietà al 100% del Comune di Teramo, ha formalizzato nel proprio bilancio l’emersione di € 2.041.000,00 di utili, distribuiti ai propri soci (al tempo il 49% della società era di proprietà privata, quindi circa un milione di euro è stato liquidato in favore dell’allora proprietario privato);

CONSIDERATO:

– che quando una società realizza degli utili e gli stessi, invece che essere accantonati oppure utilizzati per fare investimenti, vengono liquidati ai soci, se ne evince che la società sia in salute e produca lucro per gli investitori proprietari delle azioni;
– che la Te.Am. S.p.A. ha reso noto da poche settimane che “intende procedere a selezionare un operatore finanziario con cui stipulare un contratto di mutuo di liquidità chirografo”;

– che in particolare la società In House richiede pubblicamente “l’erogazione in favore di Te.Am. S.p.A. di un mutuo, da destinarsi alla esigenze di liquidità ed avente le seguenti caratteristiche di massima: un importo stimato pari ad € 1.700.000,00; una durata di 120 mesi (10 anni); un tasso di interesse fisso”;

– che la Teramo Ambiente ha oggettive ed autodichiarate carenze di cassa e si trova a dover chiedere 1,7 milioni di euro al mercato per fronteggiare le proprie esigenze di liquidità;
– che con il termine liquidità si intende inequivocabilmente “la capacità di un’azienda di far fronte, per mezzo di risorse economiche a sua disposizione, a tutte quelle attività ed impegni di tipo finanziario presi in carico, con scadenze determinate”;

RITENUTO, alla luce di quanto precede, di dover domandare al Sindaco e all’Assessore competente notizie circostanziate in merito e, in particolare, di chiarire:

  • ➢  se sia lecito presupporre che alla Te.Am. manchino i denari per mettere il gasolio ai mezzi aziendali, per pagare stipendi e/o straordinari ai dipendenti, per pagare i fornitori, per fare la manutenzione ai mezzi, per adempiere alle bollette energetiche, ecc.;

  • ➢  se, oggi per allora, non si ritenga – ferma restando la condivisa necessità di trasformare la società da pubblico-privata in società In House – che il prezzo di acquisto nel 2021 del 49% di azioni TeAm (che allora erano di proprietà privata) sia stato enormemente superiore al valore effettivo della società;

  • ➢  se a soli dodici mesi dall’acquisizione delle azioni private sia giustificabile la necessità di un mutuo da 1,7 milioni per far fronte alla carenza di liquidità aziendale;

  • ➢  se sia conciliabile l’esigenza di acquisire liquidità tramite un mutuo con la circostanza che il contratto intercorrente fra il Comune e la Teramo Ambiente (relativo alla gestione del Servizio di Igiene Urbana) riguardi un servizio che deve essere coperto nel 100% dei costi tramite la tassa sui rifiuti, la cosiddetta TARI;

  • ➢  se la TARI del Comune di Teramo discenda da un PEF (Piano Economico-Finanziario) redatto proprio dalla Te.Am. ed approvato pedissequamente dal Consiglio comunale di Teramo;

  • ➢  se la Te.Am. abbia ad oggi un unico cliente (il Comune di Teramo che ne è proprietario) e 1

Interrogazione n. 125

Gruppo consiliare CITTADINI IN COMUNE

INTERROGAZIONE
SUL BISOGNO DI LIQUIDITÀ DELLA TERAMO AMBIENTE S.P.A. DOPO LA DISTRIBUZIONE DI DUE MILIONI DI UTILI

svolga quasi unicamente il servizio di igiene urbana, ovvero in caso contrario quanta percentuale del fatturato aziendale corrisponda alla gestione del Servizio di Igiene Urbana affidatole dal Comune di Teramo;

  • ➢  se la TeAm abbia sbagliato a redigere il PEF ed abbia previsto costi inferiori a quelli effettivi, oppure se abbia previsto entrate inferiori a quelle reali;

  • ➢  se risulti vero, come riportato da un quotidiano locale in data 16 luglio 2022, che “Il mutuo è finalizzato al rinnovo del parco automezzi della società” e, in caso affermativo, come sia possibile che il rinnovo periodico del parco automezzi non sia stato previsto all’interno del PEF della TARI presumibilmente redatto dalla TeAm e probabilmente approvato pedissequamente dal Consiglio comunale di Teramo;

  • ➢  se non si ritiene che sarebbe stato meglio tutelato l’interesse pubblico acquisendo a costi enormemente inferiori le azioni TeAm di proprietà del privato nel 2021, oppure in alternativa se non fosse stato meglio non acquisirle, così da dividere a metà con il privato le esigenze odierne di liquidità, dovendosene ipoteticamente fare carico il Comune di Teramo per 850.000 euro (in quanto socio al 49%) e per altrettanti denari l’ex proprietario privato (in quanto ex socio al 49%), in ogni caso al netto degli interessi bancari derivanti dal contratto di mutuo;

  • ➢  se non si ritiene che l’aver distribuito gli oltre due milioni di utili sia stata una scellerata decisione che ha condotto, soli dodici mesi dopo, ad esigenze di liquidità che avrebbero tranquillamente trovato capienza nei medesimi utili se ed in quanto fossero stati accantonati nel 2021 in luogo che essere distribuiti;

    Tutto ciò premesso e considerato,

    SI CHIEDE DI SAPERE:

  1. se sia lecito presupporre che alla Te.Am. manchino i denari per mettere il gasolio ai mezzi aziendali, per pagare stipendi e/o straordinari ai dipendenti, per pagare i fornitori, per fare la manutenzione ai mezzi, per adempiere alle bollette energetiche, ecc.;

  2. se, oggi per allora, non si ritenga – ferma restando la condivisa necessità di trasformare la società da pubblico-privata in società In House – che il prezzo di acquisto nel 2021 del 49% di azioni TeAm (che allora erano di proprietà privata) sia stato enormemente superiore al valore effettivo della società;

  3. se a soli dodici mesi dall’acquisizione delle azioni private sia giustificabile la necessità di un mutuo da 1,7 milioni per far fronte alla carenza di liquidità aziendale;

  4. se sia conciliabile l’esigenza di acquisire liquidità tramite un mutuo con la circostanza che il contratto intercorrente fra il Comune e la Teramo Ambiente (relativo alla gestione del Servizio di Igiene Urbana) riguardi un servizio che deve essere coperto nel 100% dei costi tramite la tassa sui rifiuti, la cosiddetta TARI;

  5. se la TARI del Comune di Teramo discenda da un PEF (Piano Economico-Finanziario) redatto proprio dalla Te.Am. ed approvato pedissequamente dal Consiglio comunale di Teramo;

  6. se la Te.Am. abbia ad oggi un unico cliente (il Comune di Teramo che ne è proprietario) e svolga quasi unicamente il servizio di igiene urbana, ovvero in caso contrario quanta percentuale del fatturato aziendale corrisponda alla gestione del Servizio di Igiene Urbana affidatole dal Comune di Teramo;

  7. se la TeAm abbia sbagliato a redigere il PEF ed abbia previsto costi inferiori a quelli effettivi, oppure se abbia previsto entrate inferiori a quelle reali;

  8. se risulti vero, come riportato da un quotidiano locale in data 16 luglio 2022, che “Il mutuo è finalizzato al rinnovo del parco automezzi della società” e, in caso affermativo, come sia possibile che il rinnovo periodico del parco automezzi non sia stato previsto all’interno del PEF della TARI presumibilmente redatto dalla TeAm e probabilmente approvato pedissequamente dal Consiglio comunale di Teramo;

Interrogazione n. 125

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  1. se non si ritiene che sarebbe stato meglio tutelato l’interesse pubblico acquisendo a costi enormemente inferiori le azioni TeAm di proprietà del privato nel 2021, oppure in alternativa se non fosse stato meglio non acquisirle, così da dividere a metà con il privato le esigenze odierne di liquidità, dovendosene ipoteticamente fare carico il Comune di Teramo per 850.000 euro (in quanto socio al 49%) e per altrettanti denari l’ex proprietario privato (in quanto ex socio al 49%), in ogni caso al netto degli interessi bancari derivanti dal contratto di mutuo;

  2. se non si ritiene che l’aver distribuito gli oltre due milioni di utili sia stata una scellerata decisione che ha condotto, soli dodici mesi dopo, ad esigenze di liquidità che avrebbero tranquillamente trovato capienza nei medesimi utili se ed in quanto fossero stati accantonati nel 2021 in luogo che essere distribuiti.