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scuola risorgimentoQualche settimana fa, il Sindaco di Teramo con il dirigente dei lavori pubblici e l'assessore Marco Di Marcantonio si sono recati all'Aquila per battere cassa, perché è nella loro intenzione abbattere e ricostruire la scuola Risorgimento. Sì la Risorgimento in via Flaiani, per la cui sicurezza si sono battuti gli ultimi due sindaci, investendo anche qualche risorsa importante. I soldi non sono stati ancora trovati, ma il Comune ha deciso comunque di annunciare (era un po’ che mancavano gli annuncioni) tanto che oggi leggiamo sulle pagine del Centro: «… l'ipotesi iniziale di riparazione e consolidamento della struttura esistente è stata accantonata perché, stando ai tecnici incaricati della progettazione, non garantirebbe standard adeguati alle moderne esigenze didattiche. La nuova soluzione punta sull'abbattimento e ricostruzione dell’immobile….». Bella idea, a parte i tempi e tutti gli annessi e connessi in termini di disagio, ma chi paga? «…sono necessarie, però, risorse aggiuntive che il Comune dovrà ottenere tramite l'Ufficio per la ricostruzione del cratere sismico del 2009 (…) a disposizione c'è uno stanziamento di 3,2 milioni risalente al periodo immediatamente successivo al sisma del Centro Italia. Per il nuovo progetto, però, servirà di più». 
Dunque, l’annuncio c’è, i soldi no. E se non ci sono i soldi, non sarebbe più giusto trovarli prima di annunciare? Già, ma gli annunci costano meno dei lavori, no? Applausi al sindaco e all'assessore Di Marcantonio.

Elisabetta Di Carlo