Le scelte adottate da Arpa Abruzzo per il trasferimento temporaneo della sede del distretto di Teramo rispondono alla necessità inderogabile di non perdere il finanziamento da 6,7 milioni di euro concesso dall’Ufficio speciale per la ricostruzione (USR) tramite l’ordinanza commissariale n. 129 del 29 dicembre 2022. È quanto emerso con chiarezza nell’audizione tenutasi questa mattina in Commissione regionale di Vigilanza, a cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali e sindacali.
Presenti i commissari Giovanni Cavallari, Sandro Mariani, Dino Pepe, Enio Pavone, il vicepresidente della Regione con delega all’Ambiente Emanuele Imprudente, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, il presidente della Provincia Camillo D’Angelo, e i segretari delle principali sigle sindacali. Per Arpa, sono intervenuti il direttore dell’area amministrativa Marco Cacciagrano e il dirigente Marco Giansante, responsabile unico del procedimento.
Durante l’audizione, Arpa ha illustrato una dettagliata relazione tecnica, chiarendo che tutte le scelte operative – dalla valutazione strutturale dell’edificio storico alla firma del contratto di locazione della sede provvisoria in via De Benedictis a Sant’Atto – sono state adottate prima che il Comune optasse ufficialmente, nei tavoli tecnici di maggio e giugno 2025, per la delocalizzazione della sede definitiva da piazza Martiri Pennesi all’area di Campo Boario.
“L’iter per la demolizione e ricostruzione in sitI era già stato avviato quando la politica locale ha optato per la delocalizzazione”, ha spiegato Imprudente, sottolineando la correttezza dell’azione dell’Agenzia. “Tornare indietro oggi – ha aggiunto – implicherebbe valutarne attentamente le conseguenze economiche e amministrative, rischiando di compromettere l’operato di un ente che ha agito nel rispetto delle norme e delle direttive dell’Usr”.
Il trasferimento a Sant’Atto – soluzione temporanea necessaria per rispettare il cronoprogramma dell’USR, che impone l’affidamento dei lavori entro il 30 giugno – è già stato completato per l’80%. Il contratto di locazione per una struttura moderna di circa 1.300 metri quadrati è stato firmato il 18 febbraio 2025. L’Agenzia ha già sostenuto spese superiori a 500 mila euro.
Un eventuale dietrofront, con il ritorno nella sede di piazza Martiri, comporterebbe un aggravio stimato in oltre 700 mila euro e potrebbe mettere a rischio il finanziamento pubblico.
In chiusura, i vertici di Arpa hanno ribadito di aver operato con perizia e responsabilità, e che solo un intervento chiaro e tempestivo delle istituzioni potrà consentire eventuali modifiche al percorso intrapreso, evitando conseguenze dannose per l’Ente.