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È stato presentato questa mattina il progetto di legge per il riordino del Sistema Idrico Integrato in Abruzzo, su iniziativa del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri. La proposta mira a una riforma strutturale della governance del settore, riducendo da sei a due le società di gestione e avviando una nuova fase di industrializzazione ed efficienza del servizio.

Alla conferenza stampa hanno partecipato l’assessore regionale Emanuele Imprudente, il vicepresidente del Consiglio Marianna Scoccia, il capogruppo di Forza Italia Emiliano Di Matteo e quello della Lega Vincenzo D’Incecco.

«Oggi presentiamo una rivoluzione della governance – ha dichiarato Sospiri – che mira a superare l’attuale frammentazione. Le gestioni in economia sono insostenibili e inefficaci. Vogliamo costruire una gestione industrializzata, capace di azzerare gli sprechi, ridurre le perdite e garantire un servizio h24, sette giorni su sette. Il primo passo è la creazione di due macro ambiti, che permetteranno economie di scala e una maggiore efficienza delle reti».

Sospiri ha poi sottolineato l’importanza della gestione centralizzata degli acquisti, l’interconnessione delle reti e la possibilità di abbassare le tariffe grazie alla razionalizzazione. «Altre regioni lo fanno già. Anche l’Abruzzo deve mettersi al passo», ha concluso.

L’assessore Emanuele Imprudente ha ricordato come siano stati destinati oltre 720 milioni di euro al sistema idrico, sottolineando la necessità di concludere le opere finanziate e di avviare una nuova gestione «più efficiente, meno frammentata e maggiormente sostenibile». Ha anche annunciato il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse nella discussione.

«Abbiamo voluto una riforma concreta, non ideologica – ha detto Marianna Scoccia – che restituisca certezze ai territori e rafforzi le società pubbliche esistenti. L’obiettivo è garantire ai cittadini un sistema moderno ed efficiente».

Per Vincenzo D’Incecco, presidente della Commissione Bilancio, la riforma «segna un cambio di passo. La semplificazione, la riduzione del numero di società e una governance più solida sono strumenti essenziali per garantire continuità, sostenibilità e miglior accesso ai fondi europei e nazionali».

Anche Emiliano Di Matteo ha confermato che la riforma sarà presto all’ordine del giorno della Seconda Commissione: «Entro l’estate inizieremo l’esame del testo. È una legge importante, su cui sarà fondamentale ascoltare tutti gli attori coinvolti».

Presente all’incontro anche Sara Marcozzi, già presidente della Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica nella scorsa legislatura, che ha rivendicato come il lavoro della Commissione abbia fornito le basi per la riforma: «Il futuro è oggi. Dobbiamo pensare in ottica di sistema e non più per singoli territori».

Marcozzi ha evidenziato le priorità da affrontare:

  • Aumentare l’infrastrutturazione e le interconnessioni per garantire flessibilità nella distribuzione dell’acqua;

  • Diversificare le fonti idriche e migliorare la capacità di stoccaggio e depurazione;

  • Efficientare le reti esistenti attraverso interventi gestionali e digitalizzazione, anche grazie ai fondi del PNRR;

  • Industrializzare e razionalizzare il servizio per affrontare le sfide climatiche e adeguarsi agli standard europei.

I PUNTI CHIAVE DELLA LEGGE

  1. Suddivisione dell’ATUR in due subambiti proposti dall’ERSI;

  2. Gestione unitaria in house per ogni subambito;

  3. Due A.S.S.I. (assemblee dei sindaci), presiedute dai presidenti delle province più popolose;

  4. Un Consiglio Direttivo ERSI con sei membri, tre per ogni ASSI;

  5. Le attuali concessioni (ACA, SACA, SASI, RUZZO, CAM) scadranno nel 2027; GSA nel 2031. Le nuove gestioni subentreranno entro sei mesi;

  6. Previsti poteri sostitutivi del Presidente della Giunta in caso di inerzia delle ASSI.

La proposta apre ora alla fase di confronto istituzionale e tecnico con amministratori locali, società di gestione e cittadini. Un passaggio considerato cruciale per una gestione moderna e sostenibile delle risorse idriche regionali.