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emicicloPotranno essere rivisti i termini entro cui un sindaco deve dimettersi per candidarsi al Consiglio regionale, ma la ratio di fondo non cambia: «Un primo cittadino non deve piegare l’amministrazione alla preparazione della campagna elettorale». Lo afferma il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, intervenendo nel dibattito acceso dalla lettera inviata dal presidente di Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi, che chiede di rivedere la cosiddetta “norma anti-sindaci”.

La legge attuale prevede che i sindaci dei Comuni con più di 5.000 abitanti debbano dimettersi quattro mesi prima del voto regionale per potersi candidare. Un termine giudicato troppo rigido, soprattutto se non c’è ancora certezza di candidatura o di collocazione in lista.

«Premesso che l’incompatibilità tra sindaco e consigliere regionale è materia nazionale – spiega Sospiri – resta il tema dei tempi. Oggi i quattro mesi sono molti. Ne ho già discusso in passato con i capigruppo, ma c'è stata cautela anche da parte delle opposizioni. Serve però una riflessione più equilibrata: i sindaci vanno rispettati, ma anche i cittadini che hanno dato loro fiducia per un mandato quinquennale».

Sospiri si dice disponibile al dialogo con Biondi e a cercare una mediazione tra due principi fondamentali: da un lato, non penalizzare i sindaci che vogliono candidarsi; dall’altro, tutelare la correttezza istituzionale dell’amministrazione locale durante la delicata fase pre-elettorale.

Il confronto si inserisce nel più ampio contesto della riforma della legge elettorale regionale, che potrebbe iniziare il suo iter in autunno con la proposta del governatore Marco Marsilio. Uno dei nodi principali è l’introduzione del collegio unico regionale, un cambiamento che supererebbe le attuali suddivisioni territoriali.

Sospiri non esclude questa possibilità, ma propone un bilanciamento: «Non sono contrario, ma credo si possano introdurre preferenze multiple, come avviene alle Europee. La legge attuale funziona, lo dimostra la presenza di consiglieri eletti anche da piccoli comuni. Tuttavia, è legittimo il principio evocato da Marsilio: un consigliere regionale deve guardare a tutta l’Abruzzo, non solo al proprio territorio».

Nel prossimo autunno, dunque, il Consiglio regionale sarà chiamato a discutere una riforma che potrebbe modificare significativamente le regole del gioco politico abruzzese.