
Le dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Emiliano Di Matteo sulla riforma
del sistema idrico integrato denotano la confusione e le contraddizioni del centrodestra regionale su
un tema strategico per il futuro dei nostri territori e delle nostre comunità.
Da un lato c’è chi, seguendo la linea già sostenuta dal Sindaco di Teramo e largamente condivisa dai
territori, ha capito che l’unica gestione efficace è quella su base provinciale e dall’altro c’è chi, come il
consigliere Di Matteo, continua a sostenere la necessità di limitarsi a due gestori, senza tener conto
delle specificità dei territori e delle esperienze pregresse, con tutti i problemi che questo
comporterebbe soprattutto per un territorio virtuoso come quello teramano.
Non è difficile immaginare come in un’organizzazione territoriale dell’Abruzzo diviso in due, Pescara-
Chieti e Teramo-L'Aquila, ad essere penalizzata sarebbe proprio la nostra provincia: è già successo
in passato, nel silenzio dei consiglieri regionali di centrodestra; sta succedendo ancora, con la
riorganizzazione della rete ospedaliera; avverrà ancora, visto il totale disinteresse dei consiglieri
teramani di centrodestra su tutte quelle politiche che favoriscono sfacciatamente altri territori.
D’altro canto sostenere, come ha fatto Di Matteo, che immaginare quattro sub ambiti provinciali con
quattro gestori non sarebbe economicamente sostenibile né solido dal punto di vista degli
investimenti, dell’indebitamento e della stabilità finanziaria, è smentito dai fatti.
E lo dimostra proprio l’esperienza del territorio teramano, che in questi anni si è caratterizzato come
uno dei più virtuosi in termini di servizi essenziali, sia in termini di qualità dei servizi stessi che in
termini di sostenibilità ambientale. Un territorio che non può e non deve più pagare le inefficienze e le
difficoltà gestionali mostrate da altre realtà.
E’ dunque evidente come l’unica strada possibile e sostenibile da seguire sia quella tracciata da
sempre dal Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e condivisa totalmente dall’intera maggioranza e
da numerosi rappresentanti istituzionali del territorio teramano: l'ambito ottimale è e deve essere
quello provinciale, che oltre ad avere un proprio riconoscimento costituzionale è l’unico in grado di
superare, come ha ben rilevato il primo cittadino nei suoi diversi interventi, i problemi che in altri
ambiti e in altri settori sono stati creati in questi anni dallo spacchettamento dei servizi o, al contrario,
dal loro accorpamento su dimensioni territoriali artificialmente costruite.
Teramo, oggi, è la realtà in Abruzzo dove si paga la tariffa più bassa, oltre quella più virtuosa in
termini di dispersione idrica e di quantità e qualità degli investimenti. Un esempio da seguire e
tutelare, per una riorganizzazione del sistema che sia veramente efficiente ed efficace, sempre
nell’ambito di una gestione pubblica che è l’unica in grado di assicurare equità e di garantire livelli
adeguati per i servizi essenziali.
Questo anche guardando al futuro e ragionando in termini di riallineamento della gestione del servizio
idrico e del ciclo integrato dei rifiuti sul piano territoriale. È questa, a nostro avviso, la vera sfida del
futuro, che vede Teramo in prima linea rispetto a una visione complessiva dei servizi essenziali che
deve mettere al centro sempre e solo l'interesse delle comunità.
I Consiglieri Comunali
di Maggioranza del Comune di Teramo

