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Ospedale-Civile-GiulianovaLa manifestazione di sabato 28 novembre, che ha coinvolto anche i medici abruzzesi, ha rappresentato una straordinaria espressione di senso civico che ha portato in piazza il disagio di una categoria professionale senza distinzione di stato giuridico o di collocazione nel sistema delle cure, centrale in tutti i sistemi sanitari, cui è affidato il compito di rendere esigibile il diritto alla salute dei cittadini.   La diminuzione del perimetro della tutela pubblica alimenta una prospettiva di ulteriore taglio dei servizi e limitazione dell’accesso alle cure, lasciando meno personale, sempre più in età avanzata, a tenere in piedi quello che resta del Servizio sanitario nazionale.   In assenza di un confronto programmatico con le istituzioni, rimangono senza risposta le criticità sofferte ed evidenziate dai professionisti e dai cittadini, criticità che mettono a rischio la tenuta del sistema.   La mobilitazione dei medici, anche abruzzesi, troverà ancora una volta una concreta manifestazione nello sciopero generale di 24 ore del 16 dicembre.   Con lo sciopero si chiede:
  1. di rilanciare la sanità pubblica, come equa, universalistica, sostenibile;
  2. l’apertura dei tavoli dicontratto e convenzioni, non a costo zero, per valorizzare, dopo 6 anni di blocco, la fatica e la responsabilità del lavoro professionale;
  3. l’approvazione di un piano di assunzioni e di stabilizzazione di precari,una questione sospesa anche in Abruzzo, che affronti la normativa europea sull’orario di lavoro e la gobba demografica che vedrà uscire dal lavoro attivo 13.000 medici nel prossimo biennio;
  4. l’avviamento del confronto sull’articolo 22 del patto della salute, per rimediare alle condizioni mortificanti e marginalizzanti di esercizio della professione;
  5. l’aumento della sicurezza delle cureper cittadini ed operatori, attraverso uno specifico provvedimento legislativo;
  6. di cancellare la subordinazione della rete ospedaliera e territoriale alle facoltà di medicina, prevista dalla legge di stabilità;
  7. di realizzare una riforma delle cure primarie che sia rispettosa del valore del lavoro e della dignità dei medici, favorisca l’integrazione del territorio con l’ospedale e un concreto rilancio della prevenzione;
  Le categorie professionali sono parte della soluzione alla crisi di sostenibilità del sistema sanitario, per contenere i costi e migliorare efficacia ed efficienza.