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“L’ospedale San Liberatore di Atri è un esempio di buona sanità, come dimostra il numero di ricoveri e il riconoscimento più grande per noi medici, la soddisfazione dei pazienti”. Così Vincenzo Fiorà, responsabile dell’U.O. di Anestesia e Rianimazione del nosocomio della città ducale, descrive la situazione che contraddistingue il suo reparto da un anno a questa parte, mesi durante i quali sono state registrate cifre sempre più alte in termini di ricoveri e interventi.

“Se paragoniamo i dati del 2017 a quelli dell’anno ancora in corso – spiega infatti in merito – ci rendiamo conto che l’ospedale lavora a ritmo serrato. Lo scorso anno abbiamo contato, ad esempio, un totale di 98 ricoveri, stessa cifra che risulta ad oggi prendendo in considerazione i primi nove mesi dell’anno. Ciò significa che, al termine del 2018, registreremo un incremento rispetto allo scorso anno, cosa che con buone probabilità riguarderà anche il numero di interventi chirurgici”.

Per ciò che concerne questi ultimi, infatti, il San Liberatore si è attestato, nel 2017, a quota 4mila. “Il dato di cui invece disponiamo oggi – continua Fiorà – è di 3mila, ma dobbiamo considerare che è un monitoraggio risalente ad agosto. All’appello, dunque, mancano ancora ben 4 mesi, cosa che ci lascia supporre un numero di prestazioni totali in linea con l’anno precedente. Un aspetto da non sottovalutare, indice dell’ottimo stato di salute di cui gode il nostro ospedale. A dispetto di chi dice il contrario”.

A consentire l’aumento in questione nel reparto diretto da Vincenzo Fiorà soprattutto l’arrivo presso il San Liberatore, negli scorsi mesi, di nuovi medici che hanno consentito un incremento sostanziale delle attività e i cambiamenti che hanno interessato, invece, l’attività chirurgica, più che raddoppiata. “La volontà – interviene il consigliere regionale Luciano Monticelli – è stata quella di lavorare soprattutto per fornire un aiuto concreto nella riduzione delle liste di attesa per interventi brevi, che vengono effettuati ora ben 4 volte a settimana.

Un’attività più articolata, che però permette di rispondere a un’utenza che, è evidente, si rivolge in numero sempre maggiore al San Liberatore. C’è grande soddisfazione – conclude il consigliere regionale – per i frutti che l’opera di rilancio e potenziamento di questo ospedale sta permettendo di raccogliere.

Tramite questa, possiamo dire oggi di poter offrire all’utenza di questo comprensorio un nosocomio in grado di erogare servizi di alta qualità e in numero sempre maggiore. Il San Liberatore è ormai punto di riferimento per la sanità locale. E con questa certezza lavoreremo per migliorare ancora”.