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L’Abruzzo a guida centrodestra si schiera contro il nuovo protocollo del ministero della Salute sull’aborto farmacologico che ha autorizzato la somministrazione della pillola Ru486 pure nei consultori. La Regione del governatore Marco Marsilio, in quota Fratelli d’Italia, ha inviato a tutte le Asl del territorio una circolare in cui c’è una “forte raccomandazione” affinché “l’interruzione farmacologica di gravidanza con utilizzo di mefipristone e prostaglandine sia effettuata preferibilmente in ambito ospedaliero e non presso i consultori familiari“.

“È un provvedimento a favore delle donne”, sostiene Verì. “Penso che le donne debbano essere assistite in ambienti più consoni, e debbano ricevere le necessarie informazioni”. Cosa che, a suo dire, evidentemente non accade nei consultori. “Nelle indicazioni terapeutiche dei prodotti utilizzati, è infatti previsto che le donne alle quali viene somministrato il farmaco devono poter disporre nella stessa sede di strutture mediche adeguate, così da poter far fronte ad eventuali effetti collaterali”. Condizione che – spiega l’assessora – spesso non si verifica nelle nostre sedi consultoriali, dove non sempre è presente una figura medica e non c’è una perfetta integrazione con le sedi dipartimentali”. Una decisione che sta alimentando polemiche, da giorni.

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