• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

GIANGUIDOSPERANZALa ringrazio per la sua presenza tra noi. Come Sindaco di Teramo Città capoluogo e come Presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci, le esprimo l’apprezzamento per aver scelto, proprio in questa fase storica, di visitare la nostra città, dandole attenzione e visibilità. La sua presenza è ancor più significativa poiché, nonostante il protrarsi dell’emergenza pandemica, arriva in un momento in cui comincia a intravedersi la luce in fondo al tunnel, una luce che – con i corretti e rispettosi comportamenti individuali e collettivi, nonché con le opportune scelte di carattere politico e sanitario - può farsi sempre più nitida.

Quella odierna è una circostanza per rappresentarLe, seppur sommariamente, l’adozione dei più opportuni indirizzi per il potenziamento della qualità dell’offerta sanitaria della nostra provincia, con una considerazione di partenza che, in questo tempo, potrebbe apparire paradossale: ritengo che il miglioramento dell’offerta sanitaria e l’erogazione delle prestazioni non debbano avere come punto di riferimento il mero superamento dell’epidemia, ma vadano orientate verso una dimensione che si svincoli dalla contingenza per proiettarsi in una visione di prospettiva.

Non bisogna tuttavia commettere l’errore di credere che basti riavvolgere le lancette dell’orologio al 2019, ma piuttosto cogliere le criticità e le difficoltà di un sistema sanitario che ha presentato deficit strutturali, superati solo grazie al sacrificio ed all’umanità eccezionali dimostrate da tutto il personale sanitario coinvolto, per tornare ad investire in maniera decisa sulla sanità pubblica. Una riflessione che perfettamente si cala sulla nostra realtà provinciale, dove l’emergenza pandemica è arrivata proprio quando era più che fiorente il dibattito sulla realizzazione di un nuovo ospedale, già parzialmente finanziato con importanti risorse pubbliche e da poter realizzare facendo ricorso ad ulteriori fondi.

Le valutazioni erano sull’ipotesi della riorganizzazione della rete ospedaliera. Le principali tematiche sulla sanità pubblica vertevano, in estrema sintesi su: mobilità passiva; liste di attesa; carenza di personale sanitario; il tutto in uno scenario sanitario provinciale pubblico privo di strutture private. Ciò si inseriva in una proposta di pianificazione regionale che ridefiniva una rete ospedaliera abruzzese a due velocità, con uno sbilanciamento teso a favorire le province di Chieti e Pescara ed un depotenziamento di quella teramana.

Lo schema regionale, infatti, disegnava da un lato il DEA funzionale di II livello ben dettagliato nell’area di Chieti/Pescara con dipartimenti interaziendali, e dall’altro, un DEA funzionale di II livello tra L’Aquila e Teramo, ancora tutto da definire, tale da determinare un ulteriore allargamento del gap tra la sanità teramana, peggiorandone ed impoverendone l’offerta, e quella pescarese/teatina. Non da ultimo, la nostra provincia, veniva accomunata con quella aquilana, causando un errore di prospettiva che rimuoveva la storia, la morfologia e le caratteristiche infrastrutturali di entrambi i territori.

Come Amministrazione abbiamo cercato di declinare la discussione su profili diversi, nell’ottica dell’efficacia, dell’efficienza e della capacità di risposta qualitativa e quantitativa ai cittadini/utenti. Abbiamo indagato, così, potenzialità e criticità di un servizio essenziale e delicato che, con l’impegno di tutte le parti in causa, si voleva migliorato sia per i pazienti/utenti, sia per gli operatori del settore.

Tutto quanto in itinere è stato congelato dall’arrivo della pandemia, ma ora appare necessario tornare a ripercorrere l’accaduto e riportare l’attenzione su tale vicenda, e la sua visita rappresenta la migliore occasione per una riflessione prospettica che consenta al nostro territorio di posizionarsi e di non indebolirsi ulteriormente a vantaggio di altri, con la consapevolezza di come la sanità sia cambiata non solo per la crisi Covid19.

A tal fine, per fornire un primo elemento di concretezza e favorire l’analisi più corretta della situazione attuale, ritengo sia necessario compiere un primo passaggio, ovvero rivedere subito i criteri del cd. “Decreto Lorenzin”, che appaiono ora inadeguati in via generale per la tenuta sanitaria del nostro Paese ed in particolare per la realtà abruzzese, con specifico riguardo alla provincia teramana. Ritengo che sia giunto il tempo di superare il D.M. 70 del 2015 il cui impianto, sebbene allora improntato a condivisibili principi di omogeneità, qualità ed efficienza, per la sua rigidità si palesa oggi totalmente inadeguato a dare prospettiva ad un sistema sanitario pubblico che, alla prova dell’emergenza pandemica, si è difeso e ci ha difeso grazie all’ineguagliabile lavoro delle donne e degli uomini della sanità ma al contempo ha dimostrato tutta la sua sofferenza strutturale, effetti di anni di disinvestimenti, di contrazione della spesa e di riduzione dei presidi che ha finito per indebolire la portata sostanziale del diritto costituzionale alla salute.

I rigidi parametri del Decreto Lorenzin penalizzano maggiormente Regioni come l’Abruzzo, ed in particolare il nostro territorio, che sconta gli effetti, non solo materiali ma anche e soprattutto socio-economici, di due eventi sismici che hanno ridefinito le esigenze delle comunità e che impongono, oggi più che mai, azioni finalizzate al potenziamento dei presidi, ospedalieri e territoriali, attraverso investimenti in innovazione che consentano di conservare e rafforzare la qualità dell’offerta sanitaria che le nostre strutture hanno sempre garantito sul territorio. Ecco perché abbiamo bisogno di deroghe specifiche.

In questo contesto, come istituzioni, dobbiamo ampliare investimenti e risorse in sanità, che devono essere garantiti e rafforzati dal Governo, anche e soprattutto per l’area del cratere sismico del centro Italia 2016.

Teramo e la Sua provincia hanno risorse, professionalità, competenze, storia, caratteristiche, esigenze, che giustificano e legittimano la presenza di un HUB di II livello sul territorio, avendo già oggi  peraltro l’Ospedale di Teramo tutte le specialità previste a tal fine dalla normativa fatta eccezione per la sola terapia intensiva neonatale.

Dobbiamo partire da un reale sviluppo del sistema, che garantisca qualità e servizi e che risponda alla necessità di definire il contenuto, prima della costruzione di un contenitore.

La realtà sanitaria vede confluire al suo interno attività di ricerca e sviluppo, competenza scientifica, ma anche professionalità capaci di scelte strategiche ed innovative che devono essere funzionali al territorio e rispondenti ai bisogni provenienti sia dal personale sanitario, sia, direi soprattutto, a quelle dell’utenza, dei cittadini.

Egregio Ministro, l’Amministrazione Comunale di Teramo vuole condurre, nell’interesse della salute della popolazione cittadina e dell’intera Provincia, una partita forte, concreta, diretta, anche in virtù dell’importante trascorso storico che vanta la sanità del nostro territorio, così da renderla di nuovo tale. La volontà è di fare in modo che le decisioni politiche degli organismi di competenza superiore siano in linea con tale trascorso e con il disegno di prospettiva che si vuole delineare: recuperare un sistema sanitario efficace è un compito cui chi fa politica deve assolvere col massimo della serietà, della competenza e della capacità decisionale.

Poter rappresentare a lei queste intenzioni, è uno stimolo e ci incoraggia a non lasciare ad un destino non di primo piano il nostro territorio.

Certi della attenzione e del suo impegno sui temi sopra indicati, colgo l’occasione per ringraziarla del lavoro svolto in questi mesi drammatici e per esprimerle l’assoluta vicinanza a fronte di strumentali accuse, che poco hanno a che vedere con una politica alta e altra di cui abbiamo assolutamente bisogno in questo momento.

Gianguido D’Alberto

  Sindaco di Teramo