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ListeattesaListe di attesa. Ieri, abbiamo dovuto raccontare, del botta e risposta tra il Consigliere regionale Sandro Mariani e l’ASL di Teramo. Tema principale: le liste di attesa, appunto.

Da un lato, il consigliere farnese ha sciorinato dati sulle difficoltà dell’ASL a governare le liste di attesa, dall’altro l’Azienda sanitaria che ha reso noti gli importanti risultati raggiunti.

Dove sarà la verità? 

Tra la tesi e l’antitesi, abbiamo deciso di fare sintesi, occupando diverse ore del nostro tempo, consultando – tra l’altro - i dati disponibili sul sito aziendale, dove è possibile trovate le informazioni sin dall’anno 2016.

Una notte di numeri, ma ci siamo fatti un’idea precisa.

Le liste d’attesa sono, da almeno un decennio, un problema per la nostra ASL, così come per la gran parte delle aziende sanitarie del Paese.

Per molti anni, tuttavia, nulla o poco era stato fatto. Neppure la pandemia aveva, più di tanto, peggiorato i risultati degli anni precedenti. Da un po’ di tempo, l’Azienda sanitaria – assalita da non si sa quale senso di colpa o da quale illuminazione civica – ha iniziato a lavorarci su, ricorrendo ad alcune misure che, seppure non abbiano risolto il problema, né mai lo risolveranno per intero, hanno consentito un abbassamento dei tempi di attesa. Soprattutto per quanto riguarda alcune prestazioni essenziali ed urgenti. 

Ieri pomeriggio, ci siamo recati agli sportelli e abbiamo avuto modo di vedere che non è difficile prenotare visite cardiologiche, oncologiche o neurologiche, così come alcuni esami radiografici.

Vero è, come dice Mariani, che il sito aziendale non pubblica i tempi di attesa degli interventi chirurgici perché non informatizzati. Una problematica della quale si discute, per quanto ricordiamo, da almeno un decennio. Sul punto, sembrerebbe (e verificheremo) che l’attività di digitalizzazione sia in corso. E’ altrettanto vero che alcune prestazioni non urgenti sono di difficile prenotazione, com’è innegabile che il sistema di prenotazione telefonica funziona poco e male.

Tuttavia, tra il bicchiere vuoto e il bicchiere mezzo pieno, i cittadini sceglierebbero quest’ultimo. 

Per anni, infatti, il Servizio Sanitario Nazionale è stato completamente disinteressato alla questione delle liste di attesa, come se il tre in pagella fosse meglio di un sei stiracchiato.

Insomma, ad oggi, un cittadino teramano riesce con relativa facilità a sottoporsi, in uno dei diversi presidi, a visite urgenti, mentre fa fatica – per esempio – a sottoporsi a visite di controllo o a prestazioni non urgenti.

Una cosa è certa. L’abbassamento delle liste di attesa è avvenuto anche grazie ai finanziamenti che la Regione e lo Stato hanno garantito, pari a più di 2,5 milioni di euro. 

Il prossimo anno ne disporremo ancora? 

Senza quelle risorse, cosa accadrà?

In conclusione, un risultato c’è stato, anche perché – altrimenti – così come accadeva prima, di liste di attesa non se ne parlerebbe così tanto. Accade sempre in questa città, dinanzi ad ogni minimo cambiamento di rotta. Come se il cielo sopra Teramo imponesse che nulla muti.

Qualcosa è stato fatto, nell’ultimo periodo. Molto rispetto agli ultimi lustri. Moltissimo c’è ancora da fare per rendere ai cittadini un servizio eccellente.