
Cellule staminali per chiudere lesioni che non rispondevano alle terapie tradizionali. E’ un metodo innovativo applicato dalla Uoc di Gastroenterologia della Asl di Teramo, diretta da Carmelo Barbera, uno dei primi centri in Italia a sperimentare questa nuova tecnica. E’ stato, in particolare, eseguito con successo un intervento innovativo basato sull’impiego di cellule staminali per la chiusura di due fistole post-chirurgiche, complicanze abbastanza frequenti dopo un intervento chirurgico che prevede un’anastomosi, ottenendo risultati clinici particolarmente promettenti. Sono complicanze piuttosto gravi e pericolose per la stessa vita del paziente che rischia la setticemia. La procedura, condotta su due pazienti con fistole complesse non rispondenti alle terapie convenzionali, ha previsto l’utilizzo di un preparato cellulare autologo/allogenico _ cioè cellule staminali combinate con il grasso del paziente _ iniettato direttamente nel tessuto fistuloso allo scopo di stimolare la rigenerazione e favorire la chiusura definitiva della lesione. “ L’impiego delle cellule staminali rappresenta un’opzione terapeutica avanzata e mini-invasiva,” afferma Barbera, “questo tipo di trattamento apre nuove prospettive per pazienti che spesso affrontano percorsi lunghi e complessi, offrendo una soluzione più rapida, efficace e con un miglior recupero funzionale.” Uno degli interventi è stato realizzato grazie alla collaborazione dell’équipe della Uoc di Urologia della Asl di Teramo diretta da Federico Narcisi, e di personale della Uoc di Gastroenterologia specializzato nella gestione delle terapie riparative. Il paziente di circa 70 anni della provincia di Teramo era stato sottoposto a una cistectomia radicale. Il secondo, paziente di 40 anni della provincia di Chieti, due anni fa è stato sottoposto a un intervento di chirurgia bariatrica e aveva riportato una fistola gastrocutanea che non si riusciva a chiudere con le tecniche endoscopiche convenzionali. Entrambe le fistole si sono chiuse dopo 48 ore. I primi riscontri clinici sono dunque incoraggianti e la Uoc di Gastroenterologia proseguirà il monitoraggio dei pazienti per valutare la stabilità dei risultati nel lungo periodo.
“La Asl di Teramo conferma il proprio impegno nel promuovere tecniche avanzate e nell’ampliare l’accesso dei cittadini a trattamenti d’eccellenza, contribuendo allo sviluppo di modelli assistenziali moderni e basati sull’innovazione scientifica”, commenta il direttore generale Maurizio Di Giosia.

