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«Stanotte abbiamo perso un grande intellettuale. Se n’è andato nel modo più lontano da come riempiva la scena: in silenzio, senza preavviso, per un male non curabile di cui fino all’ultimo non ha voluto parlare. Aveva 71 anni: troppo presto per chiunque. Abbastanza per aver lasciato una traccia indelebile.
Dandy d’altri tempi, istrionico, europeista sfegatato, appassionato avversario del sovranismo (che lui preferiva chiamare “cretinismo”), eppure amante come pochi dell’Italia di cui ha ereditato la metà di sangue paterno, Philippe Daverio è stato, soprattutto, e prima di tutto, un grande storico dell’arte e divulgatore televisivo e non solo.
Chi lo ha potuto conoscere, o anche solo ascoltare, ha in mente l’incanto di quelle lectio ovunque affollattissime in cui l’arte diventava scusa per parlare di noi, delle nostre bellezze e delle nostre miserie. Un viaggio.
Eppure, oggi che quel viaggio è concluso, la prima parola che esce fuori spontanea da tutte le persone note o meno note che lo stanno salutando è “simpatia”. La seconda è “garbo”.
Perché questo era Philippe Daverio: un gentiluomo.
E perché, in fondo, quando cala il sipario, puoi essere anche un gigante della cultura, ma quello di cui si ricordano tutti è chi sei stato e cos’hai lasciato.
Spero che un po’ di questo affetto se lo stia gustando, sotto gli occhialini tondi e il suo papillon». Lo ricorda  così su facebook Lorenzo Tosa.
E lo ricorderanno anche i teramani che hanno avuto modo di appeezzarlo nel 2014 a Teramo per il Castello della Monica  in occaasion delle Giornate del Patrimonio, a Roseto, nel 2019 a Villa Paris in occasione della manifestazione “Art in Act” o a Castelli per il VII Festival della Storia dell'Arte.
 
"Intellettuale di straordinaria umanità - così il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini -, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell'arte sensibile e raffinato. Con sagacia e passione, ha accompagnato le italiane e gli italiani nell'affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell'espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi".

"Con Philippe Daverio scompare uno dei grandi protagonisti della vita culturale di Milano degli ultimi decenni". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha ricordato sulla sua pagina Facebook lo storico dell'arte. "Daverio è stato un innamorato di Milano cui ha sempre dato la forza della sua originalità e della sua competenza, dal Comune alla Scala fino al Museo del Duomo e a Brera. L'ho visto all'opera in tanti frangenti, non sempre ho condiviso le sue posizioni, ma mi ha sempre colpito la sua libertà di pensiero. - ha aggiunto - Soprattutto Milano e l'Italia devono allo spirito internazionale e alla capacità comunicativa di Philippe la sua lotta in difesa del bello e dell'arte del nostro paese di cui fu un instancabile e geniale divulgatore. Grazie, Philippe, and 'save Italy'".