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La storia, molto "selfish" dell'alpinismo abruzzese la racconta Stefano Ardito, il 2 agosto, a RipattoniArte, chiudendo, per questa edizione, l'appuntamento con il libro "fra l'aperitivo e la cena".   Ardito, giornalista ed escursionista, ci conduce in un viaggio avvincente sulle esplorazioni e gli exploit degli alpinisti dell’Abruzzo e delle regioni vicine, a volte affiancati da nomi famosi del Nord, sulle pareti di roccia, le cascate di ghiaccio e i canaloni di neve di questa regione straordinaria.   Il Corno Piccolo e il Corno Grande, i pilastri dell’Intermèsoli e il Sirente, le Nord della Cima delle Murelle e del Camicia. “Nel cuore della Penisola c’è una terra di grandi e spettacolari montagne – scrive Ardito -. A rendere l’Abruzzo famoso in Italia e in Europa sono l’orso marsicano e il camoscio, le fioriture e le faggete, gli eremi di Fra’ Pietro da Morrone e le torri di Rocca Calascio. La natura e la civiltà di questa terra, però, non sarebbero  quelle che sono senza le vette che ne formano l’ossatura. La mole del Corno Grande e le torri del Corno Piccolo. Il Velino che si lascia vedere da Roma e il Sirente con la sua sconfinata parete. La Majella con i suoi canyon calcarei e la Laga con i suoi fossi di arenaria. Il Marsicano, il Petroso e la Meta che sorvegliano le valli più ricche di fauna d’Italia. Come tante montagne del mondo, le terre alte d’Abruzzo sono popolate da millenni. Ma questo libro non parla di briganti o pastori, di botanici e lupari, di sacerdoti pagani o di Santi. La storia che ho scelto di raccontare inizia nel 1573, quando Francesco De Marchi, un ingegnere militare di Bologna, compie insieme a cinque compagni la prima salita del “Corno Monte”. E si conclude con il 2013, un anno ricco di vie nuove su roccia, di belle ascensioni su ghiaccio, di exploit di arrampicata sportiva”.   Il libro è pubblicato dalla casa editrice teramana Ricerche&Redazioni, che si sta specializzando per la proposta di opere generali sulla storia e la cultura delle montagne dell’Appennino. Il volume, 328 pagine, ripercorre per la prima volta i quasi 450 anni di storia delle esplorazioni compiute sulle montagne abruzzesi. Il racconto dell’alpinismo in Abruzzo vede sfilare personaggi arrivati da lontano come Francesco De Marchi e Douglas Freshfield, Aldo Bonacossa e Giusto Gervasutti, Tone Valeruz e Bertrand Lemaire. Ma ad animarlo, com’è giusto, sono soprattutto alpinisti dell’Italia centrale. Antonio Giancola e Andrea Bafile, Paolo Consiglio e Gigi Mario, Pierluigi Bini e Giampiero Di Federico, Tiziano Cantalamessa e Paolo Caruso.   Una giornata arricchita dalla mostra, curata da Ricerche & Redazioni "Sua Maestà il Gran Sasso"  tratta dall'Atlante storico del Gran Sasso di Silvio Di Eleonora, Faust Eugeni e Lina Ranalli.   Stefano Ardito è uno degli escursionisti italiani più attivi, si è avvicinato all’alpinismo nel 1973 grazie a un corso di arrampicata del CAI di Roma, la sua prima avventura lontana è stato un trekking ai piedi dell’Everest nel 1979. Da allora ha percorso i sentieri delle montagne di tutto il mondo (Himalaya, Karakorum, Borneo, montagne dell'Africa, Messico, Aconcagua, Patagonia, parchi degli USA e del Canada, massicci del Mediterraneo). La prima vera esperienza con la carta stampata (1980) è stata con Paese Sera. Il giornalismo è diventato una professione con le collaborazioni a Repubblica e ad Airone (entrambe dal 1983), e poi al Venerdì di Repubblica e ad altre testate di viaggi e tempo libero. Importante la collaborazione a Specchio, settimanale de La Stampa, dal 2000 alla sua chiusura nel 2007. Oggi Stefano scrive per Alp, Adesso, Dove, Meridiani, Plein Air, Qui Touring, Rivista della Montagna, Tuttoturismo e Viaggi&Sapori