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La convenzione tra il Comune di Teramo e il gestore pro-tempore dello Stadio “Bonolis” è stato sempre un oggetto un po’ misterioso, tutti ne hanno parlato, pochi lo hanno visto o hanno detto di conoscere qualcuno che l‘avesse vista e letta. Ma ho avuto la possibilità di mettere l’occhio su un buco della chiave e leggere un articolo, l’articolo 36, che, se è veramente quello della convenzione e non solo spacciato per tale, mi induce a numerose domande e ad altrettanto numerose riflessioni.
Leggiamo insieme. Il concessionario “si impegna ed obbliga”…
Quindi, si tratta di un impegno e un obbligo assunti con la sottoscrizione della convenzione, e questo vale sia per il primo gestore, Sabatino Cantagalli, sia per il soggetto al quale la gestione è passata in successione, che, pertanto, se l’articolato non è cambiato, si è assoggettato anche lui all’impegno e all’obbligo.
Per quanto tempo?
Per quanti anni valgono l’impegno e l’obbligo?
C’è scritto dopo: “per tutta la durata della concessione”, cioè fino al 2037, cioè allo scadere dei trenta anni di durata della convenzione sottoscritta nel 2007, indipendentemente da un eventuale passaggio della titolarità della gestione. Ma impegno e obbligo a fare cosa?
C’è scritto dopo: “a garantire lo svolgimento dell’intera attività sportiva”. Intera: quindi, nel caso di una società di calcio (perché al calcio è destinato lo stadio), non solo le partire di campionato, ma la preparazione e gli allenamenti, e, forse, anche l’attività delle squadre giovanili.
Di chi?
C’è scritto dopo: “della Società Teramo Calcio S.p.A”. Bene, la Società Teramo Calcio S.p.A, ancora esistente, non ha più una società di calcio iscritta ad un campionato professionistico, quindi nei suoi confronti non c’è possibilità né necessità di “garantire”, da parte del gestore, un’attività sportiva. Quindi il discorso sembrerebbe chiuso e l’uso del Bonolis precluso alla Società Dilettantistica Città di Teramo che partecipa al Campionato di Promozione. No, perché l’art. 26 della Convenzione dice altro. Dice che il concessionario assume l’impegno e l’obbligo di garantire “l’intera attività calcistica” anche (c’è un o che è disgiuntivo e alternativo) nei confronti “delle società cui appartengono le squadre di calcio della Città di Teramo”, tra cui non può non comprendersi la S.S.D. Città di Teramo, che, guarda caso, ha assunto un nome che coincide con il termine usato nell’art. 36.
Ora le domande. Perché l’attuale gestore non rispetta l’impegno e l’obbligo impostogli dall’art. 36 della convenzione?
Perché non “garantisce” l’attività (intera) della S.S.D. Città di Teramo?
Perché il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto non fa rispettare questa clausola e non impone al gestore di assicurare quella garanzia?
Che cosa glielo impedisce?
L’articolo 36, da solo, senza per ora che io conosca gli altri articoli (ma prima o poi la leggerò tutta), dà l’idea che la convenzione sia stata concepita in modo da far sì che l’onerosità del conduttore (che corrisponde al suo vantaggio come privato) consista in parte del pagamento della gestione, ovvero: per poter gestire lo Stadio il gestore paga una parte in contanti e una parte in "azioni"... e in questo impegno e in questo obbligo questa consiste una delle "azioni"... Insomma, il gestore avrebbe pagato di più la gestione dello Stadio, se non avesse dovuto assumere questo obbligo e questo impegno.
Alla luce di questo articolo 36, ammesso che sia il vero articolo della convenzione (ma non ne dubitiamo) non si capiscono la resistenza del gestore alla richieste della S.S.D Città di Teramo di giocare al “Bonolis” e l’inerzia del sindaco nel non pretendere dall’attuale gestore il rispetto dell’art. 36 della convenzione.
Che cosa aspetta D’Alberto ad esercitare sull’attuale gestore, al fine di ottenere che il Città di Teramo giochi al “Bonolis” (sulla base dell’art. 36 della convenzione) le stesse pressioni che esercitò sul primo gestore Sabatino Cantagalli al fine di ottenere che egli cedesse la convenzione all’attuale gestore?
Di pressioni sulla sua famiglia (cioè su suo padre) esercitate per fargli “mollare” la gestione e cederla a Iachini, ha parlato ieri sera in una trasmissione televisiva Anja Cantagalli (spogliatasi della sua veste di giornalista sportiva e tornata ad indossare quella della figlia dell’ex gestore). Non ha detto chi ha esercitato quelle pressioni, ma certamente non ha potute esercitarle Iachini, c’è da pensare che a suo tempo le abbia esercitate su Cantagalli il sindaco o chi per lui.
Ora, chi impedisce al sindaco D’Alberto o a chi per lui ad esercitare le stesse pressioni sull’attuale gestore dello Stadio per fargli rispettare l’art. 36 della convenzione nell’integrità del suo contenuto e far giocare al “Bonolis” il Città di Teramo?
Sarebbe bene che qualcuno tra i protagonisti di questa brutta storia fornisca risposte adeguate.

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