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GIGIRRIVAPasso falso in Molise, per i biancorossi di mister Pomante, che raccolgono solo un punto. Una partita giocata male, ad eccezione dei due centrali difensivi Alessandretti e Bruni, seppure il Teramo avrebbe avuto anche la possibilità di realizzare, così come ha avuto la possibilità di cedere l’intera posta in palio. Un vero peccato, nella domenica in cui la truppa del Notaresco per poco non passa ad Ostia, dimostrando che i laziali sono certamente una buona squadra, ma nulla di più. E domenica, la capolista è attesa a L’Aquila, contro una squadra che, dopo l’allontanamento di Buchel, ha ritrovato equilibrio, ambizione e reti. 

Non ci stancheremo mai di affermare che se i campionati si decidessero in base agli organici, il Teramo lo avrebbe già vinto. Nel girone F di quarta serie, nessuna formazione si avvicina, per qualità e quantità, al suo organico. Com’è noto, però, nel calcio non si vince o si perde sulla carta, ma in campo. La differenza non la fanno solo i calciatori, tranne quando si dispone di top playerche in serie D non ci sono. La differenza, spesso, la fanno le società, gli staff tecnici, le condizioni ambientali, nonché il principale fattore dello sport italico: la fortuna. 

Crediamo che Pomante abbia qualcosa da dire ai suoi, alla ripresa degli allenamenti. Chiederà più cinismo, più personalità, più decisione anche quando la bagarre si disputerà in altri impianti malconci di provincia. I campionati non si vincono negli scontri diretti, ma con i punti persi nelle mulattiere di periferia. La società ha il diritto di pretendere il massimo, perché ha garantito il massimo per la categoria. Riteniamo che il pareggio di Ostia possa essere il primo segnale di cedimento di una formazione sicuramente ben attrezzata, ma non tanto quanto il Teramo. L’intera città anela di varcare il Rubicone. La serie D, con il dovuto rispetto, non riscalda né gli animi degli appassionati di calcio, né le aspirazioni di una città in cui il calcio, contrariamente a quanto pensino i detrattori, è uno dei maggiori fattori d’interesse della cittadinanza. 

Lo Stadio Bonolis ne rappresenta l’emblema (se non fosse per quell’improbabile manto in erba finta), un impianto che con duemila spettatori sembra deserto. 

Tornare in serie C, questo deve essere l’imperativo, senza nascondersi dietro le cervellotiche valutazioni tecniche e tattiche. L’altro imperativo deve convincere il calcio locale che è necessario investire di più sui vivai. Da decenni, si sfornano solo calciatori che, nella migliore delle ipotesi, arrivano in serie D. La maggior parte, stazionano a vita tra Eccellenza e Promozione. Evidentemente, occorre qualcosa di più o qualcosa di diverso. E’troppo importante che la prima squadra possa fruire dei propri giovani: costano zero e rendono molto per il legame che hanno con la maglia e con la città. 

Torniamo ai risultati di ieri. Pareggio modesto del Giulianova, che non riesce a superare neppure l’ultima in classifica. E se Paolo D’Ercole, con la benedizione del presidente Mucciconi, ristrutturasse completamente l’ossatura dei giallorossi? Sarebbe cosa buona e giusta. 

Il Notaresco di quest’anno è il miglior rapporto qualità prezzo possibile. Un’ossatura con tre, quattro giocatori di professione ed intorno una nidiata di ragazzi. Superlativi. 

Nel campionato di Eccellenza, fa ancora scalpore l’incapacità del Mosciano di vincere in casa. Ieri, in vantaggio per tre a uno, dopo aver sovrastato il Pontevomano, mister Cifaldi toglie i titolari e mette in campo gli ex juniores del Teramo Spinozzi e Rossi, nonché il 2009 Haidara Cherif. Un ragazzino esile, con il viso da bambino, che avevano già notato, in un’amichevole pre-campionato, per la sua rapidità e resistenza. In tre minuti, i 2007 Varani, Rossi e Spinozzi spingono in rete Haidara Cherif prima (tacco di Spinozzi) e poi il 2006 Morleo per il 3-3 finale. Un pareggio insperato, quasi miracoloso. La Sant vince di misura, senza brillare, superando una buona vastese. Neppure a dirlo, rete di Dal Cason. Pareggio a reti bianche nella gara tra Montorio e Torrese. Una gara in cui entrambe le pretendenti avrebbero potuto vincere. Il campionato, comunque, è cosa a due: Sant o Lanciano?
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