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La Giunta comunale dice no al “decreto immigrazione e sicurezza” di Matteo Salvini. Con uno specifica atto, oggi, l’amministrazione ha deliberato di chiedere al Ministero dell’Interno e al Governo di «sospendere in via transitoria fino alla conclusione dell’iter parlamentare» gli effetti dell’applicazione del Decreto Legge Salvini e aprire un confronto con le città italiane per valutare le ricadute concrete del provvedimento in termini economici, sociali e di sicurezza dei territori.

La delibera afferma che con l’approvazione del Decreto saranno vanificati gli sforzi fatti per arrivare a una equilibrata distribuzione delle persone accolte su tutto il territorio regionale e il lavoro fatto dallo Sprar.
Nell’atto si ricorda che il Comune di Teramo ha messo in campo efficaci azioni volte all'implementazione di una solida e diffusa rete di accoglienza Sprar e a una distribuzione equa e sostenibile delle persone accolte su tutto il territorio.
Il Comune di Teramo è capofila nell’ambito metropolitano del progetto Sprar che costruisce un sistema locale di accoglienza in grado di rendere la città vivibile sia per nativi che per migranti, che coinvolge 43 comuni su 45 nei 6 distretti, mettendo a disposizione 870 posti per nuclei familiari adulti, di cui 49 per adulti vulnerabili e 208 posti per minori stranieri non accompagnati, diffusi in 114 piccole strutture, a cui si aggiungono 80 posti in prima accoglienza per minori non accompagnati distribuiti in 4 strutture.
Nell'area metropolitana di Teramo risultano accolte circa 2500 persone nei centri di accoglienza, di cui 1078 nello Sprar; complessivamente circa il 75% sarebbero prive del titolo previsto dal DL 113 per poter usufruire di un'accoglienza strutturata quale quella prevista nello Sprar che il territorio comunale ha scelto come sistema qualificato per garantire percorsi di autonomia e favorire la convivenza civile con le comunità locali; si verrebbero dunque a creare rischi per la legalità e un aumento di persone prive di assistenza e di dimora specie nel centro urbano, con conseguente ricaduta sui servizi. A Teramo circa 250 minori stranieri non accompagnati rischiano, nel prossimo triennio, al compimento del 18° anno di età, di uscire dai percorsi di accoglienza e di finire in strada o alternativamente di richiedere il proseguo amministrativo disposto dall’autorità giudiziaria.

L’ANCI nazionale ha stimato in 280 milioni di Euro i costi amministrativi che ricadranno sui Servizi sanitari territoriali e dei comuni, in conseguenza delle previsioni del Decreto in questione, per l’assistenza ai soggetti vulnerabili, oggi a carico del sistema nazionale; costi che proporzionalmente per Teramo corrispondono a 4 milioni di Euro.

UN'ORA E MEZZA DOPO QUESTO COMUNICATO, IL COMUNE CAMBIA TUTTO