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GIANGUIDODELEGHE

«L’articolo 36 è la chiave della questione relativa all’uso dello Stadio da parte della Ssd Città di Teramo e, comunque, della squadra della città…». Commentando il Cor(ro)sivo di Elso Simone Serpentini, il Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, spiega quanto siano importanti quelle poche righe della convenzione nella vicenda sportiva della città. E, soprattutto, nell’uso del Bonolis. «Ho sempre detto e continuo a ripetere - aggiunge il Sindaco - che il Bonolis è lo stadio della squadra della città ed è lì che deve giocare, proprio in virtù di quell’articolo 36». Però, come è noto, i dirigenti della Ssd hanno avanzato una proposta a Iachini, per l’uso dello Stadio per la partite in casa, ma quella proposta - circa 50 mila euro - non è andata a buon fine, perché il gestore l’ha giudicata “non congrua”. Eppure, era una somma non lontana da quei 55 mila euro che Malavolta pagava per le partite al vecchio Comunale, e lo ricordiamo perché quella venne considerata “base” di riferimento per un “quantum” in convenzione, quando venne adottata.

Certo, i tempi (e i costi) sono diversi, ma 50mila euro per le sole partite in casa, in Promozione, davvero non sono congrui?

E qui, il Sindaco spalanca una porta: «Se la Ssd Città di Teramo, ci comunica ufficialmente di aver intenzione di giocare le partite al Bonolis e di aver presentato una proposta a Iachini, il Comune non potrà non fare i propri passi per il rispetto della Convenzione - conferma D’Alberto - proprio sulla base di quell’articolo 36 e con la verifica di congruità dell'offerta». E questo anche nelle more dell’arbitrato in corso: «Sì - conclude il Sindaco - l’arbitrato è in corso, ma la Convenzione è in atto… e vale quella».